Lui è Brian. Vive a Kingman, negli Stati Uniti. Ha 39 anni. Fa il poliziotto, è sposato, ha due figli. È il 2018. Brian è fuori per il turno di notte. Riceve una chiamata. Si sentono delle urla, provengono da una casa. Brian e il collega corrono sul posto. Bussano, non succede nulla, sfondano la porta. Non riescono a credere ai loro occhi. Un uomo e una donna stanno prendendo a calci una bambina di 4 anni. La piccola piange disperata. Mentre il collega blocca gli adulti, Brian si prende cura della bambina. Prova a parlarle. Si chiama Kaila. Mi racconti cos’è successo? La bimba trema, è terrorizzata. Brian si guarda intorno, prende un foglio e delle matite. Si siede accanto a lei. Vieni, stai tranquilla, coloriamo insieme. Kaila smette di piangere, sorride, allunga la manina, cerca quella di Brian, la tiene stretta. Passano cinque ore. Arrivano i detective che si occuperanno del caso. La bambina si aggrappa al suo angelo custode, e non c’è verso di staccarla. Brian deve tornare a pattugliare le strade. Guarda la piccola. E va bene. La prende in braccio e la porta in ospedale. Kaila ha una frattura al cranio, un’emorragia cerebrale e un gomito lussato. I medici dicono che non è la prima volta, la conoscono purtroppo, l’hanno già curata. I genitori non vogliono occuparsene, Kaila rimbalza da una famiglia all’altra, e sta sempre peggio. Brian è sconvolto, i detective lo congedano. Puoi andare, hai già fatto tanto. Kaila allunga la manina, Brian la lascia con una stretta al cuore. La notte non dorme. Il giorno dopo chiama gli assistenti sociali. La piccola sta bene, ma non riescono a trovare una famiglia per lei. Brian si lascia guidare dal cuore. Intanto che cercate, la ospito io. Passa un giorno. Brian aspetta sulla porta. Kaila arriva, lo riconosce, si butta tra le sue braccia. È sera. Brian parla con la moglie. Tesoro, lo so che fatichiamo a far quadrare i conti. La donna lo blocca. Dove si mangia in quattro, si mangia anche in cinque, giusto? Brian inizia le procedure per l’adozione. Passano due anni. Arriva una chiamata. Brian sgrana gli occhi, scoppia a piangere. Kaila, piccola mia, ce l’abbiamo fatta. Figlia mia.
Lui è Brian
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