Lui è Achille. È un cucciolo di bulldog inglese. Entra nella casa di Roberta quando ha 3 mesi. All’allevamento le dicono che ha un solo testicolo. Se l’altro non scende, può riportarlo indietro. Per Roberta non se ne parla. Achille è il suo cane, non un oggetto di cui può disfarsi. Lo terrà con sé in ogni caso. Achille è dolce, socievole, un giocherellone. Tra lui e Roberta è subito amore. È il 2017. Achille ha 4 mesi. Sta male. Ha la bronchite. Deve prendere l’antibiotico in endovena sia la mattina sia la sera. Roberta fa avanti e indietro dalla clinica per una settimana. È il febbraio del 2018. Achille ha una crisi epilettica. Le dicono che ha un problema alle vene. Lo operano. Roberta lo aspetta in sala d’attesa per 12 ore. La chiamano. Le spiegano che hanno fatto il possibile, ma Achille è una bomba a orologeria. Gli danno un anno di vita. A Roberta manca il respiro. Anche se rimarrà poco, lei lo farà vivere al meglio. Lo porta a casa, lo mette sul divano, lo accarezza. Ha le lacrime agli occhi. Le crisi epilettiche lo tormentano. Per aiutarlo, Roberta si chiude in una stanza con lui, al buio. Lo coccola, lo tranquillizza. Non sa quanto tempo gli resta. Un amico le consiglia una clinica di Fiuggi. Roberta lo porta. Gli cambiano cura. Achille rinasce, cresce, è bellissimo. È il luglio del 2018. Achille viene ricoverato d’urgenza per una gastroenterite emorragica. Supera anche questa. È ottobre. Ha i calcoli. Altra operazione. Appena sta meglio torna a casa, sul suo amato divano. Passa qualche mese. Ha la displasia. Prima o poi perderà l’uso delle zampe. Roberta non si arrende. Non rinuncia nemmeno alla passeggiata, lo porta in braccio. È il 29 giugno del 2019. Achille ha una crisi epilettica fortissima. Roberta corre in clinica, ma questa volta il suo guerriero non ce la fa. Muore tra le sue braccia. Per lui ha investito soldi, tempo, ha comprato medicinali su medicinali, ma non rimpiange nulla. Questo e altro per il suo Achille.
Lui è Achille
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