Loro sono Irene e Igino. Vivono a Teramo, in Abruzzo. Hanno 38 e 39 anni, sono sposati e desiderano tanto avere un figlio. È il luglio del 2020. Irene scopre di essere incinta di due gemelli, ma il ginecologo mette un freno alla felicità. Uno dei feti ha un’anomalia cromosomica. Cioè? C’è una buona probabilità che sia down, ma servono altri esami. Irene si sottopone a ogni tipo di analisi, gli esiti non lasciano margine ai dubbi. Il medico è diretto. Dovete scegliere se ricorrere all’aborto selettivo o tenere entrambi i bambini. Irene e Igino sono spiazzati. Non possono decidere su due piedi. Si confrontano, mettono a nudo le loro paure, senza ipocrisia. Non è la vita che avevamo immaginato. Che facciamo? Siamo all’altezza? I dubbi li logorano, non vogliono scegliere. Chiedono ai medici, cercano qualcuno che prende una decisone per loro, ma nessuno si sbilancia. Irene e Igino si dicono che per fare la scelta giusta, devono avere più informazioni. Vanno in un centro per l’aborto selettivo, si fanno spiegare per filo e per segno la procedura. Ne escono più confusi di prima. Passano notti in bianco, ripetono all’infinito i pro e i contro, cambiano idea ogni minuto. È il 28 ottobre. Oltre quella data non potranno più ricorrere all’aborto. Irene e Igino hanno messo in discussione il loro matrimonio, il loro essere uomo, donna, genitori. Si guardano negli occhi. Sorridono. Hanno cercato ovunque, ma la risposta era lì, in fondo al cuore. Passano i mesi. Irene e Igino preparano la casa per l’arrivo dei gemelli. È gennaio. Irene è dal ginecologo. Signora, il cuore di uno dei bambini ha smesso di battere, se è quello con sindrome di down o l’altro, lo sapremo solo al momento del parto. È febbraio. Giacomo Maria nasce sano, bello, forte. Irene e Igino lo stringono, sopraffatti dalla gioia e dal dolore. Il piccolo Elia non è mai nato, eppure ha stravolto le loro vite, li ha costretti a guardarsi dentro, a prendere decisioni che mai avrebbero pensato, li ha resi persone e genitori diversi, più forti, uniti e consapevoli.
Loro sono Irene e Igino
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