Loro sono Ihsan e Mumtaz. Vivono a Istanbul, in Turchia. Sono freschi di diploma. Ogni mattina si incrociano per i corridoi della scuola in cui insegnano entrambi matematica. Si guardano, sorridono, abbassano gli occhi, poi un’altra sbirciata. Continuano così per mesi, finché Mumtaz rompe il ghiaccio. Ti va di andare allo stadio? Si pente subito. Come gli è venuto in mente di invitare una ragazza alla partita? Si prepara a un bel due di picche. Ihsan intanto arrossisce. Come facevi a sapere che amo il calcio? Mumtaz non crede alle sue orecchie. È il giorno dell’appuntamento. Ihsan e Mumtaz si incontrano sugli spalti. Inizia la partita. L’arbitro fischia un fallo contro la loro squadra, Mumtaz si morde la lingua, si trattiene, è con una signorina. Ihsan scatta in piedi. Punta il dito contro il direttore di gara e ne urla di ogni. Mumtaz la guarda impietrito. È amore. Ihsan e Mumtaz si sposano. Conducono una vita tranquilla, il weekend è dedicato al calcio. Ogni volta che la squadra gioca in casa, loro sono lì, seduti agli stessi posti del primo appuntamento. Passano gli anni. Ihsan e Mumtaz diventano un’istituzione tra i tifosi. Pure i calciatori li conoscono, e li chiamano con affetto Zia e Zio. La coppia non ha bambini, ma quei dodici figlioli è un po’ come se lo fossero. È il 2013. Zio Mumtaz ha 88 anni. Si ammala, per la prima volta manca allo stadio. La moglie lo assiste, ma nel giro di poco gli dice addio. È domenica. Zia Ihsan prende la borsetta, va allo stadio, si siede. Il posto accanto a lei è vuoto. Fa male. Ma continua ad andare. È il dicembre del 2020. Zia Ihsan è sdraiata in un letto d’ospedale. Piange. Andare allo stadio era il suo unico momento di felicità. Passa qualche ora. C’è una visita per lei. Ihsan solleva la testa. Sorpresa! L’intera squadra del Fenerbahce è andata a farle visita. Che domenica è senza la nostra Zia? Ihsan piange di gioia. Muore poco tempo dopo. Oggi sulla curva dello stadio di Istanbul spiccano due sagome di plastica. Zio Mumtaz e zia Ihsan seduti vicini, al solito vecchio posto.
Loro sono Ihsan e Mumtaz
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