Loro sono Emanuelle ed Edmoud. Vivono a Beirut, in Libano. È il 4 agosto. Emanuelle è incinta, il suo bambino scalcia, vuole nascere, lei e il marito corrono in ospedale. Edmuoud è emozionato, prende il cellulare, vuole immortalare quel momento magico, riprende la moglie mentre entra in sala parto, la bacia. Sono con te amore mio. Lei comincia a spingere, lui guarda incantato, l’emozione è forte. Boom! C’è un boato pazzesco, l’edificio trema. Edmond viene scaraventato a terra. Urla, pianti. Buio. L’elettricità è saltata. Cos’è successo? Si rialza, arranca verso la finestra, inciampa, il pavimento è ricoperto di detriti, guarda fuori, non riesce a credere ai suoi occhi. Il porto è in fiamme, c’è stata una tremenda esplosione. Edmoud! L’uomo si riprende dallo shock. Sua moglie! È la voce di sua moglie, ha bisogno di lui. Si gira, la cerca, scorge la sagoma del letto, si precipita da lei. Amore mio, stai bene? Emanuelle sta piangendo, delle schegge di vetro si sono conficcate nel suo corpo. Edmoud cerca di toglierle. Non pensare a me, aiuta il nostro bambino! Si guarda intorno, la stanza è distrutta, i macchinari sono inutilizzabili. È disperato. Sente una mano sulla spalla, è uno dei medici. Non preoccupatevi, costi quel che costi, questo bambino nascerà. Le infermiere circondano il letto, fanno luce con i cellulari. Signora, spinga più che può. Emanuelle urla, Edmoud le stringe la mano, ha paura, non è sicuro che suo figlio sia ancora vivo. I minuti passano. Fuori si sentono le sirene delle ambulanze, voci, grida, l’intera città è nel caos. Edmoud ha occhi solo per la moglie, la guarda, non vede altro, tutto il resto sfuma, si dissolve. Dal viso della sua Emanuelle capisce quello che sta succedendo. I medici le hanno appena messo tra le braccia un piccolo fagotto, e lei sorride, un sorriso che irradia il mondo. Edmoud sente un pianto. È suo figlio. Scoppia in lacrime, gioia e dolore si fondono e si impastano con il fumo sospeso nell’aria, lo purificano. L’esplosione ha causato più di cento morti, diciassette dei quali all’interno dell’ospedale. Il loro bambino voleva vivere. Edmuod ed Emanuelle lo abbracciano, lo cullano. Benvenuto piccolo grande George.
Loro sono Emmanuelle ed Edmound
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