Lei è Valentina. Ha 37 anni. Vive a Bergamo. Insieme con il marito gestisce un laboratorio di addobbi floreali, realizzano decorazioni per matrimoni, battesimi ed eventi. È il 14 marzo del 2020. Squilla il telefono. È un’agenzia di pompe funebri, hanno bisogno di un copri bara. Valentina e il marito si mettono all’opera. In questi giorni purtroppo arrivano diverse richieste di quel tipo. Preparano tutto e vanno a fare la consegna. Citofonano. Una donna sulla quarantina apre la porta, si sforza di sorridere, lì fa accomodare, Valentina intravede la bara, è lì nel salotto. La signora indossa mascherina e guanti. Anche Valentina e il marito sono coperti. Lasci che prenda io i fiori, non voglio essere responsabile per la vostra salute. Il marito di Valentina risponde di non preoccuparsi, prende la corona e la posa sulla bara. In quel momento sbuca un bambino, avrà 4 o 5 anni. Che belli che sono questi fiori per il mio papà. Valentina scoppia in lacrime, non riesce a trattenersi. La donna si scusa, non sa come pagare, è successo tutto all’improvviso, il marito aveva 46 anni. Da qualche giorno aveva la febbre alta, ha fatto il tampone, l’esito è stato positivo, è morto questa notte, io sono in quarantena, non ho contanti e non posso uscire di casa, potete aspettare due settimane per il pagamento? Valentina e il marito la rassicurano, non c’è fretta. Escono dalla casa, fanno qualche passo verso il furgone, il marito di Valentina si ferma. Si avvicina. Le asciuga le lacrime. Si guardano negli occhi. Non servono parole. Tornano indietro. Signora, scusi il disturbo, volevamo solo dirle che i fiori sono un nostro regalo. La donna è sorpresa, ha gli occhi gonfi, le guance umide. Valentina vorrebbe abbracciarla, lei il bambino, tutti. In questi giorni di Coronavirus, a causa del suo lavoro, arriva quando tutto è finito, ma la sofferenza che vede negli occhi dei parenti, dei figli, delle mogli, la sta distruggendo. Non può fare nulla, lo sa, ma a volte basta anche solo una parola, un gesto.
Lei è Valentina
Altre storie simili:

PADRE VEDOVO DEVE SCEGLIERE SE ASSISTERE IL FIGLIO CON LA LEUCEMIA O LAVORARE: I COLLEGHI DONANO LE LORO FERIE
Lui è Andreas. Ha 36 anni, vive in Germania. Ha perso la moglie, cresce da solo il figlio di quattro anni. Lavora come operaio in un’azienda, fa tanti sacrifici, quando

Nostro figlio è morto durante l’alternanza scuola lavoro, non ci interessano i soldi, vogliamo la verità
Lui è Enzo De Seta, padre di Giuliano, lo studente di 18 anni morto in fabbrica schiacciato da una lastra d’acciaio, durante l’alternanza scuola lavoro a Noventa, in Veneto. A

Quella donna gridava e piangeva: stava partorendo nel mio taxi
Giovanni è riuscito a mantenere la calma, il piccolo è nato sui sedili. Sta bene.