Lei è Troya. Vive in Alabama, negli Stati Uniti. È sposata, ha tre figli, fa l’insegnante di sostegno. È il 2015, suona la campanella dell’intervallo. Troya gira per i corridoi, nota uno studente tutto solo, lo saluta, riceve in risposta un mugugno. Troya lo osserva, capisce. È un ragazzo disabile. Gli offre una merendina e trascorre la pausa con lui. Si chiama David, ha 13 anni e un grave ritardo mentale. Troya si procura un libro di illustrazioni, il giorno dopo lo mostra a David, che lo sfoglia entusiasta. Passano le settimane. Troya chiacchiera con un collega, l’uomo si batte la mano sulla fronte. Quasi dimenticavo, sai che quello studente, quel David, è stato messo in adozione? Troya sgrana gli occhi. Adozione? E perché? David vive con dei genitori affidatari, che non possono o non vogliono più occuparsi di lui. Troya è scossa, riprende a lavorare, ma la testa è altrove. Chiama il marito. Tesoro, voglio adottare un ragazzo. Cosa vuoi fare? Hai capito bene, è un ragazzo speciale che ha bisogno di aiuto. L’uomo fa un grande respiro. Ci serve un letto in più. Passano i mesi. Troya si barcamena tra pile di documenti, finché riceve la chiamata tanto attesa. Signora, David è tutto suo. Troya lo va a prendere nella vecchia casa, gli spiega la situazione, David le regala un sorriso. Ma Troya vuole vederci chiaro, e lo porta a fare degli esami approfonditi. I medici scuotono la testa. Il ritardo del ragazzo è dovuto a una malattia rara, non c’è cura, la terapia può aiutare, ma non ci speri troppo signora. Troya ringrazia, prende David per mano e lascia l’ospedale. Ora tu e io dimostriamo a tutti che si sbagliano. Nei mesi successivi gli fa seguire una terapia, gli insegna a farsi la doccia, a lavarsi i denti, a piegare i vestiti. Poco alla volta scalfisce la sua corazza, finché un giorno David la guarda negli occhi e inizia a muovere la bocca. Esce un suono meraviglioso, il più bello del mondo. Grazie mamma. Troya abbraccia suo figlio. Oggi David ha 18 anni, legge, gioca a baseball, ed è un gran chiacchierone.
Lei è Troya
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