Lei è Tiziana. Vive a Vittoria, in Sicilia. È il 1994. Ha 17 anni. È al settimo cielo, sta per sposarsi con Biagio, hanno preso un appartamento e lo stanno mettendo a posto in vista del matrimonio. Tiziana ha un fratello di un anno più grande, Raffaele. Lui la aiuta con il trasloco, sistema casa, pulisce, vuole che tutto sia perfetto. È il 2 marzo. Tiziana è a casa dei genitori, chiama il fratello e il fidanzato che stanno pitturando la nuova casa. È pronta la cena, basta lavorare, vi aspettiamo. Passa un po’, i due non arrivano. Tiziana è in pensiero, compone il numero, niente. Bussano alla porta. Corre ad aprire, eccovi finalmente. No, è la cognata, ha una brutta notizia, Biagio è in ospedale. Tiziana ha il cuore in gola, raggiunge il fidanzato. Gli agenti lo stanno interrogando. Racconta che lui e Raffaele sono andati in macchina a Scoglitti e degli uomini gli hanno sparato. Raffaele è stato colpito al torace, lui di striscio, ma è riuscito a scappare. Per quel che ne sa, Raffaele è ancora in auto. Indica il punto esatto. Gli agenti vanno sul posto, ma non trovano nulla. Scattano le ricerche. È il 6 marzo. Il cadavere di Raffaele viene ritrovato dentro una cisterna. Passano 6 mesi. Vengono arrestate due persone, appartengono a un clan mafioso. Confessano. Biagio era di un gruppo rivale, è entrato nella loro zona senza preavviso e con un secondo uomo al fianco. Loro si sono allarmati e hanno sparato. Raffaele era innocente, non aveva nulla a che vedere con quella storia. È morto per sbaglio. Passa qualche anno. Il responsabile dell’omicidio viene condannato a 18 anni, ma entra da una porta del carcere ed esce dall’altra. Diventa collaboratore di giustizia e viene trasferito in una località segreta. Tiziana Blanco ha perso il suo amato fratello, poi dichiarato vittima di mafia, il futuro marito, la fiducia in se stessa e soprattutto nella giustizia. E ancora oggi, dopo tanti anni, si ripete la stessa domanda. Perché il suo fidanzato è andato lì quella sera?
Lei è Tiziana
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