Lei è Sonia. Vive ad Augusta, in Sicilia. È il 2014. Ha 32 anni. È sposata con Marco, ed è incinta del suo primo bambino. La gravidanza procede a gonfie vele, dopo nove mesi nasce il piccolo Davide. Sonia scoppia di gioia, ma più lo osserva, più è inquieta. Davide è sfuggente, non parla, non cammina. Sonia lo porta dal medico. Il suo bambino soffre di una grave forma di autismo. Sonia è senza fiato, per settimane non affronta l’argomento neanche con il marito, poi si rimbocca le maniche e si prepara ad affrontare la salita. Studia, si iscrive a dei corsi, impara a gestire ogni situazione, sceglie medici e terapie. Poi arriva la scuola. Davide comincia la prima Elementare. Invece di migliorare, si chiude in se stesso, diventa irascibile, a tratti violento. Sonia è sul pezzo. Parla con le insegnanti. Io ci sono, vi aiuto, aiutatemi. Cerca supporto, offre collaborazione. Riceve pugni in faccia. Signora cara, suo figlio è quello che è, e la scuola non è un posto dove scaricare il peso della sua disabilità. C’è una cosa che Sonia odia più di tutte. Quello sguardo di ostentata compassione che camuffa una crudeltà d’animo e di giudizio. La mamma di un bambino percepito diverso dagli altri, lo sente sulla sua pelle. E nessuno riuscirà mai a capire quanto possa far male. Ingoiare lacrime e fiele, sputare sorrisi e margherite. Che diavolo ne sa il macellaio che tuo figlio non è un bambino maleducato? Che ne sa la cliente che storce il naso? Il suo bambino sarà sicuramente al centro estivo, starà giocando con gli altri. Davide no. Gli hanno sbattuto la porta sulla faccia. Riuscisse a parlare, chiederebbe perché. Perché gli altri bambini si e io no? In una società ricca di buoni propositi, dove tanta gente si lava la bocca e la coscienza aggiungendo un aggettivo speciale a una mamma con un figlio autistico, Sonia ha imparato una cosa strada facendo. Che deve essere lei a capire gli altri, e non viceversa. Se vuoi sopravvivere, devi imparare a comprendere il macellaio e la cliente, e aver cura di loro. Ma una cosa è certa. Finché vivrà, lei sarà sempre la voce di suo figlio.
Lei è Sonia

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