Lei è Simona. Vive a Merate, in Lombardia. Ha 4 anni, adora il suo fratellino, Davide. È il 14 maggio del 1983. I genitori stanno piangendo. Simona li sente e corre nella loro stanza. Mamma, papà, che succede? Tesoro, Davide è malato. Gli fa male da qualche parte? Indicano la testa. Simona corre dal fratellino e gli dà un bacino sulla fronte. Così la bua sparisce. Passano due anni. Simona sta dormendo, i genitori la svegliano, devono dirle una cosa. Il suo fratellino è andato in cielo, adesso la proteggerà da lassù. Simona piange, è arrabbiata, corre in cucina dove è appeso il calendario. È il 21. Prende il pennarello e ci fa sopra uno scarabocchio. Quello è un giorno brutto e cattivo. Passa il tempo, Simona ha 8 anni, è in ospedale, stringe la mano del papà. La sua mamma sta facendo nascere un altro bambino, e lei non sta nella pelle. Finalmente i medici li fanno entrare nella stanza, Simona si fionda dentro, si alza sulle punte, si sporge nel letto. Ecco Matteo! Lo guarda incantata, intanto sente papà e mamma parlare tra loro. È il 14 maggio, lo stesso giorno di quel lontano 1983, quando avevano saputo della malattia di Davide. Il 14, nel calendario di famiglia, si è redento. La vita scorre. Giovanna cresce, trova un compagno, resta incinta, sarà un maschietto, e lei ha già il nome. La gravidanza procede al meglio, ma il piccolo scalpita, vuole nascere, si affaccia al mondo prima del previsto. Simona fissa la data incredula. Suo figlio Davide è nato proprio il 21, il giorno in cui è morto il fratello. Incredibile! Vorrebbe godersi quell’istante di felicità, ma i medici sono agitati, qualcosa non va, il bambino dovrà essere operato. Simona non sa dove sbattere la testa, intreccia le mani, chiude gli occhi, prega. Dopo settimane di incertezza arriva il verdetto. Il piccolo Davide è fuori pericolo. Simona piange di gioia, la madre le indica il calendario. È il 14 maggio. Simona alza gli occhi, scoppia a ridere.
Lei è Simona
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