Lei è Silvia. Vive a Brembate, in Lombardia. Ha 22 anni. È sposata con Oscar, desiderano un bambino, ma non arriva. Gli esami parlano chiaro, non possono avere figli. Silvia prende fiato, caccia indietro le lacrime e cambia prospettiva. Si infilano nel tunnel dell’adozione, i tempi di attesa sono infinti, la burocrazia è scoraggiante. Dopo tre anni di scartoffie, finalmente vedono la luce. Volano in Russia, entrano in orfanotrofio, degli occhioni verdi fanno capolino dalla porta. Silvia non si trattiene più. Urla di gioia, corre incontro al piccolo, lo stringe al petto, sente il suo cuore, il suo respiro, ne è sicura. Quello è suo figlio. Aleksandr ha 3 anni, sorride tanto, ma parla e si muove con difficoltà. Le assicurano che il bambino è sano come un pesce, lo mettono anche nero su bianco. Silvia però non è tranquilla. Una volta in Italia corre dal medico. Spunta fuori che Aleksandr soffre di una patologia rara, la donna che l’ha messo al mondo beveva tanto e il figlio che portava in grembo ha pagato il conto. Silvia è furiosa. Si sente truffata, pensa di chiamare, scatenare l’inferno. Si blocca. Se lo avesse saputo, avrebbe fatto una scelta diversa? Piange, mentre stringe al petto il suo bambino. Tesoro mio, la mamma non ti lascia. Passano gli anni. Aleksandr frequenta le Medie, si sta facendo strada nella vita a piccoli passi. Silvia guarda la sua casa, c’è tanto spazio e tanto amore. Ricomincia con le pratiche, torna in Russia, me è più accorta. Scopre che le hanno assegnato un altro bambino con dei problemi. È ancora in tempo, non ha alcun obbligo, può salutare tutti e tornare in Italia. In quell’istante la porta si apre, e due guanciotte arrossate irrompono nella stanza. La mente tentenna, il cuore è già oltre. Oggi Silvia ha 45 anni. Suo figlio Aleksandr è un adolescente tutto d’un pezzo, aiuta il padre nel bar di famiglia. Il piccolo Valery ha iniziato da poco la scuola, e alle lista delle difficoltà si è aggiunto anche l’autismo. Silvia si è sentita smarrita per un istante, il tempo di guardare i suoi figli negli occhi, e ha ripreso a correre.
Lei è Silvia

CATEGORIA
PUBBLICATO IL
CONDIVIDI
Altre storie simili:

Sei figli (tutti maschi), mille euro al mese, ecco come facciamo
La famiglia Tappino è composta da otto persone, riescono a far quadrare i conti grazie all’organizzazione, lo spirito di sacrificio e tanta voglia di stare insieme.

Nella ricca Milano, è inaccettabile che una madre in difficoltà sia costretta ad abbandonare il figlio
Lui è Fabio Mosca, direttore del reparto di Neonatologia della Clinica Mangiagalli di Milano. È scosso e commosso, dopo che il giorno di Pasqua una madre ha abbandonato nella culla

Sono malata, mi restano due anni di vita, non posso uscire con te. Lui: Allora sposami
Lei è Trenna. Vive in Australia. Cresce in orfanotrofio. Sa che la sua madre è morta per una brutta malattia. I medici dicono che è genetica, ce l’ha anche lei.