Lei è Silvia. Vive in un piccolo paese in provincia di Roma. È il 2014. Ha 22 anni. Sale sull’autobus, saluta l’autista. È un ragazzo giovane, carino. Si guardano. Silvia è colpita, le piace. Passa qualche tempo, le arriva un messaggio. È lui. Ha avuto il numero da un’amica comune. Silvia è sorpresa. Escono insieme, lui è gentile, premuroso, lei si innamora. Il paese è piccolo, tutti sanno della loro relazione. Gli altri autisti la prendono in giro, davvero stai con lui? Qualcuno ci prova. Silvia lo dice al fidanzato. Lui lascia correre. Non ne parlano più. Passa qualche giorno. Silvia sta andando al lavoro. Il fidanzato la chiama. Dove sei? Sull’autobus. Lui riattacca. Telefona al collega alla guida per accertarsi che dica la verità. Silvia torna a casa. Perché non ti fidi? Mi hanno detto che sei una donna facile, e mi tradisci. Silvia si difende, sono solo cattiverie. Lui non le crede. Lei lo lascia, lui la prende male, la segue ovunque, al bar, in stazione, a casa. La chiama decine di volte al giorno. Vuole sapere dov’è, cosa fa, con chi. Silvia è spaventata. Corre dai carabinieri. Le dicono di non preoccuparsi, conoscono il ragazzo, gli parleranno. Lei si fida. Le telefonate cessano, lui sparisce. Passano due anni. Silvia lo incontra per strada. Lui la invita a prendere un caffè. Ma sì, perché no, magari è cambiato. Lui ricomincia a tormentarla. Silvia ha paura. Ha fatto uno sbaglio. Deve chiuderla una volta per tutte. Lui si incazza. Tu non vali niente! Sei buona solo per scopare. Sei una puttana! Silvia è sconvolta, non vuole più vederlo. Passa qualche mese. Silvia va a letto con un ragazzo. Lui le offre dei soldi, così per scherzo. Lei li prende. Si rivedono. Fanno sesso. Lui le allunga del denaro. Silvia si vergogna, ma accetta. Per dispetto, per vendetta nei confronti dell’ex. Non lo sa. Si sente sporca, si fa del male, ma così è più facile. Nessuna implicazione sentimentale. Vorrebbe tornare ad amare, a essere felice, ma non si fida più degli uomini.
Lei è Silvia
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