Lei è Sara. Nasce a Pontedera, in Toscana, nel 2002. È una bambina esuberante, energica, solare. Racconta storie, fa boccacce, le inventa tutte pur di strappare un sorriso. È il 2013. Sara ha 11 anni, fa una visita medica di routine, ma c’è qualcosa che non va. I medici non si sbilanciano, prescrivono analisi approfondite, poi, carte alla mano, pronunciano una parola che fa impallidire i genitori. Diabete. Sara ci mette un po’ a realizzare, prova a non farsi abbattere, affronta la nuova realtà a testa alta. Impara a farsi le punture da sola, non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sua vita. Intanto, mentre le amiche parlano di ragazzi e di fumetti, lei cerca di venire a capo di carboidrati e insulina. Strada facendo accusa il colpo, si sente diversa, fuori posto. Passano gli anni. Il diabete galoppa, bussa alla porta, la coglie alla sprovvista e le toglie il fiato. Sara è stanca, sfinita. La ragazza piena di vita si trasforma in un groviglio di ansia, attacchi di panico e paura folle, cieca. Smette di curarsi, non mangia, si rintana in un buco, dal quale non vede più l’uscita. Si abbandona al suo triste destino, prega solo di andarsene il più in fretta possibile. Quando tutto sembra compiuto, trova delle braccia forti che la afferrano e la riportano in superficie. La mamma, il papà, il fidanzato e gli amici non hanno nessuna intenzione di assecondare la sua dichiarazione di resa. Basta così, devi reagire, combattere! Sara si sente fragile come un uccellino caduto dal nido, ma gli altri non mollano la presa, la spingono, con pazienza e amore. Si rimette in piedi, un passo alla volta ricomincia a uscire, si impone di non nascondere i segni della malattia. Gli sguardi, le risatine, le domande fuori luogo all’inizio sono coltellate nella carne fresca. Sara cura le ferite imparando a rispondere. Spiega da dove vengono quei lividi, si racconta a cuore aperto, spiega, educa, cresce. Sente l’energia di un tempo, e la voglia di vivere. Si guarda allo specchio, sorride. Oggi Sara ha 19 anni, per festeggiare la sua rinascita si è regalata un bel vestito e un servizio fotografico. Davanti all’obiettivo ha sfoggiato con orgoglio i suoi dispositivi medici. Ne va fiera, le ricordano che sta vivendo al massimo delle sue possibilità.
Lei è Sara
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