Lei è Sabina. Vive a Sarajevo, in Jugoslavia. Sono gli anni Novanta, scoppia la guerra. Sabina ha 23 anni. Lei e la famiglia dormono in un rifugio sotterraneo. È mattina. Sabina esce per prendere l’acqua al fiume, si muove tra macerie e cadaveri, riempie due bidoni e torna indietro. Un furgone la raggiunge. Scende un uomo, è il boss del quartiere. La guarda, fa cenno ai suoi sgherri. La vuole. In un attimo le sono addosso, la sbattono a terra, le puntano i fucili. Sabina è terrorizzata, lui l’afferra per i capelli. Da oggi sarai la mia donna. La porta nel suo rifugio. Calci, pugni, la massacra di botte. Sabina scappa, lui la riacciuffa, le spacca una bottiglia in testa e la trascina nella stanza. Passano settimane, mesi. Sabina ha perso il conto. Non mangia, non beve, è l’ombra di se stessa. Un giorno il suo aguzzino è impegnato in una rissa, la porta è aperta. Sabina ne approfitta. Scappa. Si nasconde dentro un tombino, lo sente urlare. Trovatela! Lei è mia! Sabina trema, sa che lui non smetterà di cercarla. Deve lasciare Sarajevo. Esce allo scoperto, corre verso il tunnel scavato dai fuggiaschi che porta fuori città. Striscia nel fango, supera le recinzioni, salta su un camion. Trattiene il respiro, sente un fischio. È uno sparo! L’autista è stato colpito da un cecchino. Il camion esce di strada, Sabina viene sbalzata fuori, si aggrappa a un ramo, mentre il veicolo finisce in un dirupo. Si guarda intorno. È ricoperta di sangue, disperata, ma non torna indietro. Vaga per le strade, per giorni. Incontra un uomo, le offre un riparo. Sabina gli racconta la sua storia. Devi andartene da qui, o morirai. Le propone un modo per fuggire. È rischioso, te la senti? Sabina vuole vivere. L’uomo le procura documenti falsi e la fa imbarcare in una nave, mischiata tra i componenti di una band. Sabina arriva ad Ancona. Si guarda intorno. Le persone camminano tranquille, la città è illuminata. Non ci sono né guerra né morti. Chiude gli occhi. Piange. Oggi Sabina ha 50 anni. Vive a Roma. Ha un lavoro, due figlie. È felice. L’Italia l’ha accolta, le ha dato pace e serenità. E lei la ama.
Lei è Sabina
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