Lei è Rula. Nasce a Haifa, in Israele, nel 1973. Il padre è un commerciante e imam. Rula ha 5 anni. La madre si dà fuoco. Muore. La vita di Rula cambia di colpo. Il padre prende lei e la sorella e le porta in orfanotrofio. Rula è sola in mezzo a centinaia di bambine. La sera, prima di addormentarsi, si riuniscono. Ognuna racconta la propria storia. Sono favole nere di dolore, di stupro, di violenza. Rula è piccola, non parla. Ascolta. Passano gli anni. Rula cresce. La morte della mamma la tormenta. Comincia a porsi delle domande, mette insieme i ricordi. Scopre che la madre è stata violentata dal patrigno quando aveva 13 anni. Era solo una ragazza, aveva chiesto aiuto ai genitori, ma loro, temendo il disonore, l’avevano costretta al silenzio. Così lui aveva continuato a fare i porci comodi. Rula ricorda il volto triste della mamma, il suo dolore, il corpo che era diventato la sua tortura, un peso dal quale liberarsi. È il 1993. Rula ha 20 anni. È un’ottima studentessa. Vince una borsa di studio e si trasferisce a Bologna. Si laurea come fisioterapista. Ma la sua storia personale la spinge oltre. Rula ha troppo da dire, da raccontare, non può e non vuole restare in silenzio. Scrive, collabora con diverse testate, conduce un telegiornale. Si batte per aiutare le donne vittime di violenza. È il 2006. Benvenuta in Italia. Per il ministro Roberto Calderoli lei è una signora abbronzata. L’economista Giulio Sapelli la definisce una gnocca senza testa. Rula non cade nelle provocazioni. È il 2020. Dopo mesi di polemiche inutili, Rula Jebreal sale sul palco di Sanremo. Apre la serata con un monologo. Io sono diventata la donna che sono perché lo dovevo a mia madre, lo devo a mia figlia che è seduta in mezzo a voi. Poi si rivolge agli uomini. Lasciateci libere di essere ciò che vogliamo essere, madri di dieci figli e madri di nessuno, casalinghe e carrieriste, madonne e puttane, lasciateci fare quello che vogliamo del nostro corpo e ribellatevi insieme a noi, quando qualcuno ci dice cosa dobbiamo farne. Siate nostri complici.
Lei è Rula
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