Lei è Rossana. Vive a Firenze. È sposata con Antonio, ha appena ricevuto la notizia più bella del mondo. È incinta. Fa dei controlli in ospedale e dalla sua ginecologa di fiducia. Tranquilla signora, sia lei sia la bambina scoppiate di salute. I nove mesi passano in fretta, Rossana avverte i primi dolori, entra in sala parto, le infermiere la accolgono con il sorriso, poi si agitano. Signora, dobbiamo farle un cesareo di urgenza. Rossana resta di sasso. Come, perché? Le sue domande cadono nel vuoto. Si ritrova in sala operatoria, non riesce a tenere gli occhi aperti. Si sveglia, la stanza è stata inghiottita dal silenzio. Dov’è Sofia? Perché non la sento piangere? Vede facce scure. Non si agiti, la bambina è in rianimazione. Rossana aspetta con il cuore in gola, poi finalmente gliela mettono tra le braccia. È piccola piccola, ha la pelle violacea. Rossana riesce a darle un bacio, la prendono e la portano via. È uno strappo violento. Rivede la figlia dopo due giorni, piena di fili e tubi. Rossana piange disperata. Che cosa è successo? Il medico non ci gira intorno. Signora, la sua gravidanza non era affatto perfetta come le dicevano, la bambina ha avuto un ritardo nella crescita, si doveva intervenire subito, ora non resta che pregare. Parla di danno cerebrale e ritardo cognitivo, Rossana non capisce più niente. Dopo mesi passati a immaginare una bambina bella e sana, non può accettare quella realtà. Prova solo tanta rabbia. Verso i medici e verso se stessa. Vive in un limbo, come un automa, finché un giorno Sofia apre i suoi occhioni e la guarda. Rossana sente una scossa. Il mondo si ferma. Quella è sua figlia, adesso lo sa, lo sente, il resto non conta. Bambina mia, la tua mamma è qui con te, non ti lascia sola. Lottano insieme, dopo due mesi sono a casa. Sofia non cammina, non parla, Rossana gira cliniche e ospedali, il sorriso di sua figlia la ripaga di tutto. Oggi Sofia ha 11 anni, cammina, va a scuola, migliora ogni giorno. Rossana ha paura del futuro, ma la rabbia che ancora sente dentro le dà la forza di stare in piedi. E di essere una madre che lotta per sua figlia.
Lei è Rossana
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