Lei è Rosi. Vive a Palermo, in Sicilia. È sposata e frequenta l’università. È il 2002. Rosi ha 24 anni, riceve una notizia meravigliosa. È incinta. Nove mesi passano in fretta, la piccola Sara diventa subito la fonte di gioia di un’intera famiglia. Rosi si dedica anima e corpo alla sua bambina, che nel frattempo ha fatto un anno, ma ha qualcosa di strano. È come se non fosse cresciuta. La piccola Sara sembra chiusa dentro un guscio. Rosi corre dal medico, e ascolta delle parole destinate a cambiare per sempre il corso delle loro esistenze. Signora, mi dispiace, sua figlia ha una grave forma di autismo. Rosi cade dalle nuvole. Che roba è? Si può curare? Il silenzio è una pugnalata. Rosi non ci sta, fa il giro degli esperti, ma la realtà non cambia. Poco alla volta gli amici si dileguano, mentre certi genitori vogliono sapere se la sua bambina è contagiosa. Rosi è devastata, non può accettare che la loro vita sia rovinata per sempre. Il rapporto con il marito intanto ne risente, le strade si separano. Rosi non sa più dove sbattere la testa. Un giorno, mentre veste la sua piccola, incrocia i suoi occhi. Sara è triste, spenta. È una pugnalata al cuore. Rosi la stringe forte. Perdonami figlia mia! Come potrai mai essere felice se io non sono felice? Rosi sente come uno schiaffo, si scrolla di dosso la paura e parte in quarta. Lascia il lavoro, mette in stand by ogni cosa, si dedica a tempo pieno alla sua bambina. È il 2020. Sara è cresciuta, frequenta l’ultimo anno delle Superiori, si è fatta degli amici, parla poco, ma il suo sorriso illumina il cuore della sua mamma. Dopo tanti anni vissuti di corsa, Rosi tira il fiato e si guarda dentro. È diventata una brava madre, e non smetterà mai di lottare per sua figlia, ma è arrivato il tempo di pensare un po’ anche a se stessa. Riprende in mano i libri e si iscrive a Giurisprudenza. Il tempo passato tra ospedali, associazioni e tribunali le ha permesso di fare esperienza, l’ha resa una donna forte e consapevole. Rosi si laurea in un baleno. Scrive una tesi proprio sull’autismo. Quel terribile nemico alla fine si è trasformato in un alleato insospettabile. La dedico a te figlia mia, senza il tuo aiuto non sarei mai arrivata fin qui.
Lei è Rosi
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