Lei è Roberta. Nasce a Ostuni, in Puglia, nel 1994. Ha un fratello maggiore, Cocco. È affetto da tetraparesi spastica, soffre di epilessia e infermità mentale. Roberta gli vuole un gran bene. Ascolta una conversazione tra i genitori. Che fine farà Cocco quando noi non ci saremo più? Roberta rimane di sasso. Fa di tutto per aiutare mamma e papà. Andate al cinema, svagatevi, penso a tutto io. Rinuncia alle uscite pur di stare con il fratello. Cocco è un ragazzone. Ha 12 anni più di lei, pesa quasi un quintale. Roberta impara a cambiarlo, a lavarlo, a imboccarlo. Sa che un giorno si dovrà occupare di lui. Ha 13 anni. Lei e Cocco dormono nella stessa stanza. Roberta si sveglia, sente dei lamenti. Tende l’orecchio. È il fratello. Si avvicina, osserva. Cocco si muove, sta facendo qualcosa. Roberta capisce. La mattina dopo ne parla con i genitori. Loro sono imbarazzati, rimangono sul vago, le dicono di stare tranquilla e di non preoccuparsi, Cocco stava solo dormendo. Non è vero, si stava masturbando. È piccola, non stupida. Cocco si masturba quasi tutti i giorni. Roberta lo vede, lo sente. Prova imbarazzo, fastidio. Si tappa le orecchie, chiude gli occhi. La sua testa si riempie di domande. Vorrebbe chiedere, parlare, ma non trova nessuno disposto ad ascoltarla. Passano gli anni. Roberta ha una stanza tutta sua, passa davanti alla camera del fratello, lo sente, chiude la porta. Cocco è un uomo grande e grosso, continua a masturbarsi. Lei è cresciuta, ma quella sensazione di disagio non l’ha mai abbandonata. Perché? Il sesso è una qualcosa di naturale, deve esserlo, lo è anche per lui. Roberta studia Psicologia. Scrive una tesi sulla sessualità, ne parla a un convegno. Trova solo muri. Sesso e disabilità insieme sono un tabù. Roberta non ci sta. Studia per diventare sessuologa. Per promuovere e supportare il benessere sessuale delle persone disabili. Per Cocco, per quelli come lui, per le loro famiglie, per se stessa. Suo fratello le ha fatto un dono, l’ha spinta a vedere oltre.
Lei è Roberta
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Gennaro aveva lasciato gli studi per lavorare, prima della pensione ha ripreso in mano i libri.

Voglio studiare, le andrebbe bene uno studente di 94 anni?
Giuseppe si era iscritto all’università dopo la pensione. Aveva concluso da poco la laurea magistrale. Se n’è andato a 99 anni. E questa è la sua storia come l’avevamo raccontata.