Lei è Raffaella. Vive a Roma. È il 1986. Ha 12 anni. È una ragazza studiosa, diligente. I professori la interrogano, Raffaella sa tutto. Alcune compagne si avvicinano. Smettila di fare la maestrina, fingi di non sapere e suggerisci a noi le risposte. Raffaella non vuole. Loro ridacchiano, ti conviene obbedire. Passa qualche giorno. Le compagne ci riprovano, per punizione devi comprarci le gomme da masticare, finché non fai come ti diciamo. Raffaella si rifiuta. L’hai voluto tu, appena ti becchiamo fuori da scuola ti spogliamo e ti ammazziamo di botte, davanti a tutti. Raffaella avvisa i professori. Loro minimizzano. Sono solo ragazzate, non fare la vittima. Raffaella entra in classe. Una delle ragazze si avvicina, ha le mani bagnate, le prende i capelli e se le asciuga. Devi tagliarli, fai quello che ti diciamo, o saranno guai. Raffaella ha le lacrime agli occhi. Cosa diavolo volete da me? Ti odio, voglio farti soffrire il più possibile. Raffaella è sconvolta. Passano i mesi, la situazione è insostenibile. Minacce e insulti sono all’ordine del giorno. Sei ridicola, secchiona di merda. I professori fanno finta di niente, gli altri compagni non intervengono. Raffaella è sola, si sente sbagliata, colpevole. Il suo carattere solare si spegne. La madre capisce che qualcosa non va, ma lei si chiude a riccio. È aprile. Raffaella è davanti a scuola. Le compagne la aspettano, insieme a loro ci sono dei ragazzi più grandi. Si avvicinano, la indicano, ma non è sola, con lei c’è la nonna. Brutta stronza, ti sei fatta accompagnare, questa volta ti sei salvata. Raffaella non ne può più, confessa tutto ai genitori. Loro vanno dalla preside. Viene convocata la madre di una delle bulle. La donna fa spallucce. Vostra figlia dovrà abituarsi a subire. La preside minaccia la sospensione, le persecuzioni finiscono. La classe la tratta con freddezza, ma lei cammina a testa alta. È stata forte, non si è piegata. E oggi vuole dire una cosa alle vittime dei bulli. Parlate. E se a scuola non vi danno retta, andate alla polizia.
Lei è Raffaella
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