Lei è Rafaela. Nasce in Brasile nel 1980. Il suo papà è un hippie, viaggia per il paese in autostop. La sua mamma non ne può più. Scegli. O me, o la strada. Lui sceglie la strada. Rafaela ha 2 anni. La madre trova un altro uomo e ci fa due figli. Ma lui è violento. Lei prende i bambini e scappa dai genitori. Sono poveri. La casa è affollata di zie e cugini. Rafaela ha 10 anni. Il nonno la violenta. Passa del tempo. L’ex compagno della mamma bussa alla loro porta. È armato. Afferra Rafaela e il fratellino. Li trascina via, in un’altra città. Li costringe a chiedere l’elemosina fuori dai ristoranti. L’uomo guarda Rafaela. È bella, sta diventando donna. La violenta. La mattina dopo la rispedisce al mittente, ma si tiene il fratellino. Rafaela si lecca le ferite. Il tempo scorre. I nonni paterni si fanno vivi. Vogliono che Rafaela vada a vivere con loro. Lei accetta. La sua vita migliora. La nonna la costringe a studiare tutto il giorno. Passa qualche anno. La nonna muore. Lei torna dalla madre. Ha 18 anni. Conosce un italiano. Stanno bene insieme. La vacanza è finita, lui parte. Rafaela ha 21 anni. Incontra un uomo, la mette incinta. Lei è felice. Lui propone uno scambio di coppia. Rafaela lo sbatte fuori di casa. È di nuovo sola. Passano 2 anni. Il ragazzo italiano torna in Brasile. Si vedono. Lui ha un anello. Rafaela lo segue in Italia. Hanno una casa, una macchina, un lavoro. È un sogno. Dura poco. Si separano. Rafaela torna in Brasile. Si risposa e resta incinta. Il nuovo marito la tradisce. Le spezza il cuore. Rafaela si guarda allo specchio. Vede una donna triste, cupa. Non si riconosce più. Manda il marito e tutti gli uomini a quel paese. Deve ritrovare se stessa. È il 2020. Rafaela ha 39 anni. Ha passato la vita a cercare il principe azzurro. Ha capito che la felicità non dipende da un uomo, ma da se stessa. Ora ha due figli, un lavoro e una casa vicino al mare. Si sente più forte che mai.
Lei è Rafaela
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