Lei è Rachel Thompson. Ha 44 anni, è di Chiswick, a ovest di Londra. È sposata con Matt, stanno insieme dai tempi dell’università, quando lei aveva 19 anni e lui 18. Lavorano entrambi nel settore immobiliare, lui come agente, lei consulente. Matt è appassionato di fotografia e legatissimo allo loro unica figlia Matilda. Le scatta foto e video in ogni circostanza e luogo. È il 2015. Rachel entra in un negozio Apple di Londra. Dice di aver dimenticato la password per accedere al telefonino del marito. Gli impiegati la rimbalzano. La donna scrive direttamente alla Apple. Ma anche qui trova un muro. Niente da fare, il telefonino del marito per lei è inaccessibile. Rachel non demorde, cerca e trova un avvocato, che torna a bussare alla Apple, seguendo la strada legale. Altro rifiuto. La donna non si dà per vinta e si rivolge alla giustizia. Si scatena una battaglia legale che va avanti tre anni, alla fine della quale un giudice della Central London County Court ha ordinato alla Apple di consentire alla donna l’accesso al cellulare del marito. Rachel e Matt nel 2014 avevano attraversato un periodo di crisi. L’uomo si era tolto la vita. Aveva 39 anni. Matilda, la loro figlia, aveva 6 anni. Tutti i loro ricordi di famiglia erano immortalati e filmati dentro il cellulare del marito. Sono 4.500 foto e 900 video depositati nel mio Cloud di Matt. Rachel e la figlia Matilda, che ora ha dieci anni, finalmente potranno rivederli, rivedersi, rivivere, ricordare.
Lei è Rachel Thompson
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