Lei è Nupur. Vive in India. Fa l’insegnante di yoga. È il 2019. Nupur tiene dei corsi in un villaggio turistico. È una bella giornata di sole, il mare è calmo, si concede una nuotata. Una bracciata dopo l’altra si lascia la riva alle spalle, fa una sosta, respira. Si gode il silenzio e la pace. D’improvviso il mare si increspa, le onde si alzano. Nupur resta calma, nuota, ma la corrente la trascina giù. Mare e cielo si confondono. Nupur annaspa, risale, boccheggia. È stremata. Non riesce a credere che tutto possa finire lì. Non riesce a credere nemmeno a quello che vede. Sembrano dei piedi, delle braccia, si danno da fare tra le onde. Un uomo sta nuotando nella sua direzione, sta venendo a salvarla. È sempre più vicino, allunga una mano, Nupur prova ad afferrarla, un’onda maligna la ributta lontano. L’acqua le riempie la bocca, i polmoni. Non ce la fa più, si rassegna. Tutto si fa scuro. Nupur apre gli occhi. È stesa sulla sabbia. Tossisce, sputa. Realizza. È viva? Ha delle persone addosso, il bagnino indica qualcuno. Se non si fosse arrampicato su quelle rocce per chiamare aiuto, tu ora non saresti qui bambina mia. Steso al suo fianco c’è quel matto che le tendeva la mano nel mare mosso. Il suo corpo è pieno di graffi. Nupur sente una morsa allo stomaco. Si rimette in piedi, si procura dell’alcol, disinfetta le ferite del suo salvatore, poi compra un gelato e glielo offre. Posso sapere il tuo nome? L’uomo sorride. Mi chiamo Attila. Nupur lo guarda negli occhi. Non so davvero come sdebitarmi, grazie con tutto il mio cuore, sei stato un angelo, hai messo a rischio la tua vita per salvare la mia. Nupur si asciuga le lacrime e si tuffa nel sorriso di quell’uomo, lo rivede il giorno dopo e l’altro ancora, camminano, parlano, si perdono, si innamorano. Nupur tocca il cielo con un dito, ma Attila la riporta con i piedi per terra. La mia vacanza è finita, domani torno in Olanda. Nupur vorrebbe stringerlo, fermarlo, tenerlo con sé per sempre. Annuisce, trattiene le lacrime, rimane in silenzio. Ora è il suo cuore a essere finito alla deriva in acque sconosciute. Attila si tuffa ancora una volta, a occhi chiusi. Non importa la distanza, i chilometri che ci dividono, io ti amo e non voglio perderti. Nupur afferra la sua mano e non la lascia più. Oggi sono marito e moglie.
Lei è Nupur
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