Lei è Ndakasi. Nasce in Congo nel 2007. Vive in montagna con la mamma e altri gorilla. Ha 2 mesi, sta giocando, d’improvviso ci sono delle esplosioni. I compagni scappano, c’è panico, confusione. La mamma di Ndakasi cade a terra, il suo pelo è ricoperto da un liquido rosso. Ndakasi la scuote, tocca il suo corpo freddo, si rannicchia al suo fianco. Resta così per un tempo indefinito, finché alle sue orecchie arriva una voce. Non temere piccolina, i bracconieri sono fuggiti, io mi chiamo Andre, sono un ranger, mi prenderò cura di te. Ndakasi fissa quegli occhi buoni, dolci. Accetta la mano che le viene offerta, e si lascia andare sfinita. Si sveglia dentro una stanza. Degli uomini la stanno accarezzando, non sembrano pericolosi, ma Ndakasi è agitata, scalcia, si lamenta. Stai tranquilla, qui sei al sicuro. Di nuovo quella voce. Andre le offre del latte, Ndakasi gli stringe la mano e non ha più paura. Passano le settimane. Ndakasi ha recuperato le forze e ha una voglia matta di giocare. Si arrampica sulla schiena di Andre, imita i suoi gesti e la sua camminata, mangiano patatine, si scattano selfie, si addormentano stretti l’uno all’altra. Ndakasi è felice, serena. Un giorno Andre la accompagna nella foresta e le indica un sentiero. Vai, sei libera. Ndakasi fa qualche passo avanti, annusa l’aria, respira. Si volta indietro e corre tra le braccia di Andre. Quella è la sua famiglia, la sua casa. La vita di Ndakasi scorre serena, vive in un parco con altri gorilla, i ranger e Andre. Ogni tanto donne, uomini e bambini vengono a farle visita, le scattano delle foto. Ndakasi si diverte a fare le boccacce. Da qualche tempo però si sente stanca, non ha più le forze. È il 2021. Ndakasi ha 14 anni. Si rannicchia a terra. Andre è al suo fianco, le stringe la mano. Ndakasi gli asciuga le lacrime, lo fissa a lungo, poi gli fa una carezza. Chiude gli occhi e si lascia cullare da quella voce che l’ha protetta e amata sino alla fine dei suoi giorni. Addio Ndakasi, piccola mia, ti ho voluto bene come una figlia.
Addio ndakasi, piccola mia, ti ho voluto bene come una figlia
Andre la salvò dai bracconieri quando era una cucciola. La gorilla non ha più voluto lasciarlo fino alla fine dei suoi giorni.
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