Lei è Natalie. Vive a Solignano, in provincia di Parma. È una bambina silenziosa, tranquilla. Frequenta le elementari, si avvicina alle compagne. Ciao, posso giocare con voi? No. Natalie cambia gruppo, ci riprova, la cacciano, E la prendono in giro, così, per gioco. Lei ingoia, in silenzio. Cresce, ha 16 anni. Si iscrive a Scienze sociali, entra ad anno già avviato. In classe ci sono tanti volti nuovi, Natalie non conosce nessuno. Le ragazze fanno gruppetto, solo una resta sempre in disparte. Il suo nome è Marta. Passano i giorni. C’è una verifica di matematica, Natalie nota qualcosa di insolito. Marta può usare la calcolatrice, i professori la aiutano e le lasciano più tempo. E questo alle altre non va giù. La prendono di mira. Guardatela, la cocca dei prof! Sei stupida! Facile così prendere bei voti! Lei non abbocca. Le altre diventano ancora più cattive. Marta corre fuori dalla classe, in lacrime. Natalie osserva, sa cosa vuol dire avere tutti contro, potrebbe voltarsi dall’altra parte. Sbam! Batte la mano sul banco. È in piedi di fronte a tutti, ed è incazzata nera. Possibile che non capiate? Marta è dislessica! Le ragazze la guardano, scoppiano a ridere. E questa cosa vuole? Natalie esce dall’aula, raggiunge la compagna. Va tutto bene. La prende per mano e la riporta dentro, tira fuori un libro. Mi serve il tuo aiuto in matematica, io non ci capisco niente. Marta si asciuga le lacrime, prende la matita e comincia a spiegare. Diventano inseparabili. Studiano insieme tutti i pomeriggi, si aiutano nelle verifiche e nelle interrogazioni. E ogni volta che qualcuno si azzarda a toccare la sua amica, Natalie scatta in sua difesa. Hanno tutti contro, ma che importa, si tengono per mano fino al diploma. Natalie e Marta hanno preso strade diverse, ma continuano a vedersi. Ora hanno 21 anni. Marta non dimentica, e ogni tanto la ringrazia per quello che è stato. Natalie scuote la testa. Forse non lo hai ancora capito, io ti ammiro. Hai sudato più degli altri, e stai per laurearti. Sei il mio esempio.
Lei è Natalie
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