Lei è Mina. Nasce a Palermo nel 1997. I genitori sono arrivati qualche anno prima dal Marocco con i primi due figli al seguito. Asmaa e Mouad sono gelosi. Mina è bellissima, e spesso è pure malata. Si prende tutte le attenzioni di casa, per loro rimangono solo le briciole. Mina ha sempre la febbre. I dottori una volta dicono una cosa, la volta dopo un’altra. Fatto sta che Mina e la sua mamma entrano ed escono dagli ospedali. Il lavoro scarseggia, il papà si mette in macchina, parte per Brescia, bussa a tutte le porte, trova un lavoro e trasferisce la famiglia. Intanto nasce Chaimaa, la quarta figlia. Mina continua a non stare bene. Un medico dice una parola incomprensibile. Immunodepressione. Fanno degli esami, viene fuori un’altra parola, chiara e cattiva. Meningite. Mina finisce in rianimazione pediatrica, un posto che non dovrebbe esistere. Mamma e papà non possono entrare, stanno fuori dalla porta e chiudono gli occhi quando passa una barella con un lenzuolino bianco fin sopra la testa. I medici sono onesti. Vostra figlia ha poche chance, se sopravvive, non camminerà mai più. Mina non muore, e mentre la sua mamma è in bagno a sistemare un vaso di fiori, si alza dal letto, le arriva da dietro e le regala l’abbraccio più bello mai registrato sul pianeta terra. Mina si rialza, ogni quindici giorni torna in ospedale, prepara la manina per la flebo, la vena del braccio non si fa acchiappare. Mina ride, canta, balla, scherza. Cresce, tra casa e corsia. È il 2015. Il padre si blocca. È un ictus. Finisce in sedia a rotelle, muove solo la testa, soprattutto quando Mina gli fa il solletico urlando papino! Mina ha 20 anni. Conosce un ragazzo, si innamora. Il padre la accompagna all’altare, fiero, sua figlia è una sposa bellissima. Le terapie sono pesanti, gli effetti sono devastanti, per il corpo e per la mente. Il matrimonio finisce. Arriva la pandemia, Mina è in pericolo, il virus la bracca, la cattura e la uccide. Dopo la sua morte, la sorella trova una lettera. Alla mia famiglia. Se succede l’impensabile, se dovessi morire, sappiate che sono contenta della vita che ho fatto, rifarei tutto mille volte. Vi amo, non preoccupatevi per me, perché andro da Dio serenamente.
Lei è Mina
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