Lei è Mercy. È originaria di El Salvador, ma studia in Texas con un visto temporaneo. È il 2015. Conosce Rich, uno sguardo e scatta l’amore, in poco tempo è incita. Ma il suo permesso sta per scadere, a breve dovrà tornare a casa. Cosa facciamo? Rich la tranquillizza, troverà un modo per farla rientrare negli Stati Uniti. Passa qualche settimana. Mercy fa le valigie, parte, si ritrova sola mentre la pancia cresce. Arriva il giorno del parto. Sono ore di fatica e sudore, finché Mercy sente quel pianto tanto atteso, vede per un attimo il suo bambino, prima che lo portino via, poi chiude gli occhi. Quando li riapre un’infermiera le mette il piccolo tra le braccia, Mercy lo stringe al petto, lo guarda. Oddio! Ma questo non è mio figlio! L’infermiera resta a bocca aperta. Signora, è impazzita? Mercy fissa il bambino. Le dico che non è lui. Chiamano il medico. Mercy espone i suoi dubbi. Signora ha delle prove? Mercy non sa cosa dire, ha seguito l’istinto, ma forse è solo stanca. Torna a casa, allatta il piccolo, fa tutto ciò che una madre deve fare, ma quando lo guarda, non prova quello che dovrebbe. Il senso di colpa la divora. Intanto Rich riesce a farla tornare in Texas. Dopo mesi di separazione, la famiglia è riunita. Rich abbraccia e bacia il suo bambino, Mercy non resiste, a costo di sembrare matta confessa le sue paure. Rich non sa cosa pensare. L’unica soluzione è il test del dna. E sia. Passano 3 mesi. Arriva il risultato. Mercy caccia un urlo, aveva ragione lei. E adesso? Tornano a El Salvador. Fanno e disfano finché scoprono la verità. Quel giorno in ospedale c’è stato uno scambio di bambini. I medici si scusano. A Mercy interessa solo una cosa. Dov’è mio figlio? Trovano i genitori a cui è stato affidato, si danno appuntamento per lo scambio. Mercy prende in braccio il neonato, lo stringe al petto. È lui. Oggi Mercy e Rich sono sposati e vivono in Texas con il figlio Jacob che ha 6 anni. Si sono lasciati l’incubo alle spalle, ma non hanno dimenticato il bambino che per mesi hanno cresciuto. Il piccolo Mosè continua a essere uno di famiglia.
Lei è Mercy
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