Lei è Melissa. Nasce nel 1991 a Venetico, in Sicilia. I genitori sono severi, tanto amore, ma anche tante regole. Melissa è una bambina timida, introversa, sempre ubbidiente. È alta, più di tutte le amiche. I suoi centimetri la fanno sentire a disagio, fuori posto. Ha 13 anni. È costretta a indossare il busto. Melissa lo odia, si sente in prigione, la sua autostima è sotto i piedi. Si chiude in casa, prende in mano la matita, disegna. Butta giù, senza pensare. Schizzi su schizzi. Li guarda, si vergogna, cancella tutto. Cosa si è messa in testa! Inizia le superiori. Mette da parte l’album e si dedica allo studio. Vuole dimostrare agli altri di valere qualcosa. Il suo piccolo mondo segreto le manca, ma ci sono cose più importanti a cui pensare. Si diploma con il massimo dei voti. Allora in qualcosa è brava. Ha 19 anni. Melissa scivola, si rompe la caviglia. Le mettono il gesso, ma è troppo stretto. Lo toglie, è un disastro, ci sono due grandi piaghe sul piede. Deve operarsi più volte. La caviglia le fa un male cane, muoversi è doloroso. Melissa si chiude in casa, di nuovo. Tira fuori il blocco dal cassetto, impugna la matita. La mano le trema, ma va da sola. Disegna, è felice, non ha bisogno d’altro. Passa qualche tempo. Un’amica le commissiona il ritratto di un personaggio fantasy. Melissa prende in mano la matita. Traccia le linee. La sua testa è sottosopra. Non sei capace, fermati, sbaglierai tutto, ma la mano va avanti. Passano ore. Melissa solleva la testa. Cavoli, non è affatto male, davvero l’ho fatto io? Non ci crede, riprova, il disegno è ancora più bello. Melissa scoppia a piangere. Sono lacrime di gioia. Si fa coraggio. Prende tutti i suoi ritratti e li pubblica. Piacciono, tanto. Riceve richieste, commissioni, si fa conoscere anche nel suo paese. Una voce nella testa le ripete di lasciar perdere, ma Melissa ha capito. È lei la peggior nemica di se stessa. Non sa che cos’ha in mano, ma non ha nessuna intenzione di mollare.
Lei è Melissa
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