Lei è Melissa. Vive a Westfield, negli Stati Unti. È il 2017. Sta ristrutturando casa, il padre le dà una mano. Sono alle prese con l’impianto elettrico, trovano una busta incastrata nel muro. Melissa la prende tra le mani, sembra antica. L’indirizzo è scritto a macchina, ci sono tre timbri, significa che non è mai stata consegnata. Melissa è divorata dalla curiosità. La apriamo? Rompe il sigillo, legge la data. 4 maggio del 1945. È stata scritta in quella stessa casa da una donna, Virginia. Sono parole d’amore per il suo Rolf, arruolato nella marina norvegese. Virginia scrive che aspetta il loro primo figlio, è felice, ma ha anche paura, teme di ingrassare, di non piacergli più quando farà ritorno. Perché è sicura che Rolf tornerà, non vede l’ora di riabbracciarlo. Ti amo come il sole caldo, finché morte non ci separi. La lettera si chiude così. Melissa e il padre sono commossi, e pieni di domande. Chissà se i due innamorati sono riusciti a riabbracciarsi. Si guardano negli occhi. E se dopo tutti questi anni la consegnassimo noi? Cercano i nomi sull’elenco, lanciano un appello sui social network. Nel giro di qualche giorno scovano un numero di telefono. Sarà quello giusto? Melissa lo compone. Uno squillo, due, tre. Poi qualcuno risponde. Il signor Christoffersen? Sì, chi parla? Melissa è al settimo cielo, l’ha trovato, si presenta, racconta della lettera, di quanto l’abbia colpita e commossa, vorrebbe consegnarla ai legittimi proprietari. È possibile? L’uomo dall’altra parte della cornetta è senza parole. Quei Rolf e Virginia di cui parla sono i suoi genitori, lui è il loro unico figlio, nato qualche mese dopo quella lettera. Purtroppo mia madre è morta tempo fa, mio padre ha 92 anni, e la piange ancora ogni giorno. Melissa si fa dare l’indirizzo e la spedisce. Padre e figlio aprono la busta. Rolf si immerge tra le righe, riconosce le parole di sua moglie, gli sembra quasi di sentire la sua voce, il suo buonumore, l’entusiasmo, e l’amore che li legava. Piange. La sua Virginia gli sta mandando un segno. Mio caro Rolf, sono ancora qui, accanto a te.
Lei è Melissa
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