Lei è Marina. Nasce a Vado Ligure nel 1983. Vive con la mamma e la nonna. Cresce. Marina non vede l’ombra di un padre. Nessuno ne parla. Lei non chiede nulla, ma sente l’assenza, le pesa. Ha 16 anni. È una ragazza irrequieta, testarda. Ha una domanda nella testa, che la ossessiona, non le dà pace. Che fine ha fatto il mio papà? In casa è un argomento tabù, lei vorrebbe sapere, ma ha paura della risposta. Si tormenta in silenzio, finché non regge più. Affronta la madre, chiede spiegazioni. La donna è a disagio, ma non ha alternativa. Il padre era un militare, un uomo pacato, tranquillo. Stavano insieme da un anno. Lei aveva 17 anni, lui 24. Erano in macchina, hanno litigato, lei è scesa dall’auto, lui ha preso la pistola e si è sparato. Un colpo fatale alla testa. La mamma era incinta, mancavano 3 mesi alla sua nascita. Marina è sconvolta. Non riesce a crederci. Perché, perché l’ha fatto? È colpa mia? No, tu non c’entri. La madre la rassicura. Ma lei non riesce a togliersi quel pensiero dalla testa. Suo padre non la voleva? È un colpo durissimo. Marina si chiude in se stessa. È incazzata, si sfoga facendo risse, si droga, fuma, non si vergogna di niente, rientra a casa quando le pare. La madre si lascia con il compagno, l’uomo che l’ha cresciuta, lei gliene dice di tutti i colori, si rifiuta di vederla, sta distruggendo la famiglia. Si sente abbandonata, ancora una volta. Ha un buco nel cuore. Passano gli anni. Marina resta incinta. Si accarezza la pancia, la scatta qualcosa dentro, deve darsi una raddrizzata o anche la vita di sua figlia sarà un inferno. Si rimette in sesto, va da uno psicologo e ricuce i rapporti con la madre. Ora Marina ha 36 anni, un marito stupendo e due figli che adora. La sua vita è finalmente serena. Quando le dicono che assomiglia al padre, lei si riempie d’orgoglio, anche se il suo gesto ancora la tormenta. Sa che non avrà mai una risposta, ringrazia la madre per non aver abortito e per averle dato la vita. Papà, spero che dal cielo tu possa vedere cosa ti sei perso.
Lei è Marina
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