Scopri la Marlene di oggi nella visione di Wolford
Lei è Marie Magdalene. Nasce a Schöneberg, Berlino, nel 1901. La madre usa il pugno di ferro, tanto studio e poco svago. Le insegna a vestirsi e curare il suo aspetto. Marie Magdalene ha 4 anni. Suona il violino, il pianoforte, è una bambina eccentrica. Si guarda allo specchio, ripete il suo nome ad alta voce. Suona male, non le piace. Meglio Marlene. Pretende che tutti la chiamino così. Cresce. La bimba con le trecce si trasforma in una donna che sa il fatto suo. Marlene balla e canta nei cabaret di Berlino. Le gambe lunghe e sensuali, la voce roca, stregano il pubblico, e non solo. La vogliono per il cinema. Marlene si concede, a patto che si faccia come dice lei. Si presenta sul set in abiti da uomo, cilindro e sigaretta che pende dalle labbra. È irriverente e ambigua. Ha fascino da vendere. Il film L’angelo azzurro le spalanca le porte di Hollywood. Ha 28 anni. Marlene Dietrich si cuce addosso l’abito da diva, diventa la sua armatura, le dà sicurezza. Tinge i capelli di biondo, disegna sopracciglia sottili, toglie i molari per avere un viso più sottile. Niente è lasciato al caso. Si sposa, ha una figlia, la cresce, la protegge, la vuole tutta per sé, ma il ruolo di moglie non le appartiene. Il lavoro viene prima di tutto. È il 1930. Esce il film Marocco. Marlene canta in frac, scende dal palco, bacia una donna sulla bocca. La stampa grida allo scandalo, lei sorride. Sono fatta così, prendere o lasciare. Non accetta restrizioni, non scende a compromessi. Sono gli anni Cinquanta. Nel suo letto entrano uomini e donne, vanno e vengono, nessuno si ferma. L’alcol la aiuta a combattere la solitudine. Beve, ma non finisce mai al tappeto. È il 1972. Marlene è a Londra per uno spettacolo. Scende dal palco, cade. È arrivato il momento di abbassare il sipario. Si chiude nella sua casa parigina, sveste i panni da diva, se ne va in silenzio. Chiede solo di essere seppellita a Berlino, vicino alla madre. Perché quando sono con la mamma, non mi può accadere nulla di brutto.