Lei è Marianna. Nasce a Palermo nel 1986. La madre è insegnante, il padre lavora in banca, in casa non manca nulla, Marianna frequenta le migliori scuole della città. È una bambina sensibile, timida, i compagni se ne approfittano. Qualche parola di troppo, un sorriso negato e Marianna si ritrova sola. I professori la considerano poco, la trovano insignificante. Cresce. Frequenta un liceo classico rinomato, lì dentro se non sei una miss non hai chance. Marianna ha qualche chilo di troppo, i brufoli e tanta timidezza. Una vera sfigata. Glielo ripetono in continuazione. Nessun ragazzo, nessun amico, passa il sabato in casa a studiare latino e greco. I suoi voti sono eccellenti, ma per gli insegnanti resta una ragazza mediocre, una che nella vita non farà mai strada. Ha 15 anni. Marianna accompagna la madre a un concerto jazz. Il suono della tromba le entra dentro nelle vene. Se ne innamora. Frequenta un corso di musica, la passione cresce, si iscrive al Conservatorio. Marianna è felice, finalmente ha trovato il suo posto. Entra in classe, i maschi la guardano storto. La tromba è uno strumento da uomo, una donna certe cose non le può fare, punto. La competizione è spietata, Marianna rivive l’incubo del liceo, ancora una volta è quella diversa, fuori posto. Ma adesso basta. Ha un sogno e non la darà vinta a nessuno. Tira fuori le palle. Studia fino allo sfinimento, si diploma, fa un’audizione dietro l’altra, vuole diventare un’orchestrale, le bloccano la strada, il suo suono è diverso da quello di tutti gli altri, non va bene, deve omologarsi. Marianna non ci sta. Ha capito che sarà sempre una outsider, sarà la sua forza. Ha un suono unico? Bene, punterà su quello. È il gennaio del 2020. Un grande compositore si accorge della sua esistenza. Proprio lei, la sfigata, la ragazza invisibile. La mette sotto contratto e la lancia come solista. Marianna non c’è più. Ora esiste solo Marianne Li. Il suo nome di battaglia, la sua rivincita.
Lei è Marianna
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