Lei è Maria. Vive a Catania. Ha 5 anni. È un pomeriggio d’estate. Sta giocando con gli amici, si nasconde nell’ingresso di un negozio del quartiere. Arriva il magazziniere. Maria lo conosce di vista. Lui si avvicina. Impugna delle forbici. Le afferra il polso. La solleva. Le infila la lingua in bocca. Maria sente la sua carne viscida. Le fa schifo. È pietrificata. Gli amici la chiamano. L’uomo si spaventa, la spinge via. Maria corre a casa, apre il rubinetto, si sciacqua, lava, strofina, ma è tutto inutile, la sensazione di sporco resta. Non ne fa parola con nessuno. Ha 8 anni. Il padre lascia la famiglia. La madre lavora tutto il giorno, Maria e le sorelle tornano da scuola, in casa non c’è nessuno, la mamma rientra il pomeriggio con le borse della spesa, distrutta. Maria impara a non avere pretese, mangia quello che c’è, indossa quello che trova nell’armadio. Cresce in un mondo fatto di sacrifici, solitudine e freddezza. Ha 25 anni. Un ragazzo entra nel negozio in cui lavora, la guarda, la corteggia. Maria non si fida, gli uomini sono come il padre, promettono il mondo, poi spariscono. Lo tiene a distanza, ma lui non si arrende. Tu sarai la mia regina. Maria non crede a una sola parola, ma vuole spezzare l’incantesimo della solitudine che si porta dietro. Cede. Lui mantiene la promessa. Si sposano, hanno dei figli e una casa. A Maria sembra una favola. La sua dolcezza la ripaga di tutto il dolore dell’infanzia. È il dicembre del 2019. Maria fa degli esami. Tumore al cervello. Così, di punto in bianco. Deve operarsi, perderà l’udito, avrà una paralisi temporale e chissà cos’altro. È terrorizzata, vive nell’attesa dell’intervento. Cosa faranno i suoi bambini se non potrà più prenderli in braccio? È arrabbiata, spezzata, la sua mente è un frullatore, ma c’è lui, il suo angelo. La abbraccia ogni minuto. Dice che ha bisogno di sentire l’odore della sua pelle. Maria ha una certezza. Lui le starà vicina, le dirà sei la più bella, ti amo. E se ci sarà bisogno, la porterà in capo al mondo.
Lei è Maria
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