Lei è Maria. Nasce a Campello sul Clitunno, in Umbria, nel 1972. I genitori lavorano nei campi di tabacco per non farle mancare nulla. Maria non li delude. Va a scuola, si fa chilometri a piedi per arrivare in classe. Le piace studiare. Ha le idee chiare, da grande farà la maestra. Cresce. Si diploma, insegna alle Elementari, ma viene sballottata da un posto all’altro. Maria non si arrende, la sua più grande gioia è stare con i bambini. Intanto si sposa, mette al mondo due figli, Greta e Francesco. Maria si divide tra famiglia e lavoro precario. È il 2007. Il postino bussa alla sua porta. Maria trattiene il fiato, apre la busta. Urla, saltella in giro per casa, chiama la figlia. Greta, da oggi la tua mamma è un’insegnante di ruolo. La bambina capisce soltanto che la sua mamma è felice. Maria ama il suo lavoro, ci mette il cuore. Esce di casa per andare a scuola, si ferma in cartoleria, compra materiale didattico per i suoi alunni. A volte arriva con un dolce fatto in casa. È il 2012. Dopo 10 anni il suo matrimonio è arrivato al capolinea. Maria si separa dal marito, scopre di avere un tumore al cervello. Cade in depressione. Non si regge in piedi, ma si infila in macchina e porta la figlia a fare shopping, per stare insieme. Il tempo passa. Maria si opera, il tumore torna più forte. Lei non si dà per vinta, va a scuola dai suoi bambini, poi torna a casa distrutta e dorme fino al mattino. È l’11 luglio del 2017. Maria sale in macchina con il figlio. Perde il controllo, invade la corsia opposta, si schianta contro un tir. Greta e il padre accorrono sul luogo dell’incidente. Greta chiede della sua mamma. Le dicono di restare in macchina, lei apre la portiera, corre fuori. A terra c’è un lenzuolo bianco. Greta lo guarda, si blocca, scoppia in lacrime. Maria è morta sul colpo, il figlio si è salvato per miracolo. La scuola in cui insegnava ha cambiato nome, ora si chiama Mary per sempre. Il giorno dell’incidente Maria portava dei gioielli, ce li aveva ancora addosso arrivata in ospedale, poi sono spariti.
Lei è Maria
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