Lei è Lukaela. Nasce a Durazzo, in Albania, nel 1994. Ha una sorella più grande, Dorina, una mamma bella e giovane, Qehlbare, e un papà disposto a tutto per la sua famiglia. È il 21 novembre del 1995. Lukaela ha 9 mesi. Il padre Alì sale su un motoscafo e parte per l’Italia. Passano due giorni. La madre riceve una chiamata. L’imbarcazione è affondata. Il marito è morto. La donna è disperata, ha 28 anni e due figlie piccole. Si rimbocca le maniche, non si abbatte, fa di tutto per non far mancare nulla alle bambine. Passano 3 anni. Lukaela chiede alla mamma come mai tutte le amichette hanno un papà e lei no. Il tuo papà è in cielo. Lukaela alza gli occhi, ci sono le stelle. Ciao papà. Passa qualche tempo. La madre di Lukaela conosce un uomo, un italiano. È amore a prima vista. Lui si presenta alla famiglia, la corteggia e la chiede in sposa. Lukaela ha 5 anni. Con il suo nuovo papà Roberto, si trasferisce in Italia, a Verona. Non è facile, Lukaela passa molto tempo da sola, i genitori lavorano, la sorella è fuori, ma lei è una tipa tosta, trova il modo di farsi compagnia. Parla da sola, e quando ne ha voglia anche con il papà che non conosce, lassù tra le stelle. Lukaela cresce, studia, impara 6 lingue e diventa corrispondente estera. È il 2 gennaio del 2019. Lukaela fa una visita ginecologica. Trovano un tumore all’utero. Si sente sprofondare, ha paura, tanta. Fissano l’operazione. È il 24 marzo, la sera prima dell’intervento. Lukaela è in macchina, sta tornando dal lavoro. Si ferma, guarda il cielo, parla con suo padre Alì. Papà, ho paura per domani, ti prego, mandami un segno. Pochi secondi e una stella cadente solca il cielo. Lukaela sente i brividi sul corpo, scoppia a piangere, il suo papà da lassù le sta dicendo che andrà tutto bene. Ed è così. A distanza di un anno i controlli sono negativi. Oggi Lukaela pensa a tutte le persone che stanno perdendo un padre, una madre, un fratello. Parlate con loro, sfogatevi, piangete, senza vergognarvi, i nostri cari non ci abbandonano mai.
Lei è Lukaela
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