Lei è Lucrezia. Nasce a Ceglie, in provincia di Brindisi, nel 1904. Vive in un palazzo, non le manca nulla. Cresce, ha 15 anni. Lucrezia è sul balcone, osserva i passanti. Il suo cuore si ferma. Un bel ragazzo la sta guardando, non schioda. Lucrezia arrosisce, fugge in casa, non riesce a toglierselo dalla mente. La mattina dopo sente un fischio dalla strada. Si affaccia, il suo cuore sussulta. Gennaro le fa la corte per giorni interi, ma è un galantuomo e sa cosa deve fare. Chiede la sua mano in modo ufficiale. Si sposano poco dopo, nascono tre bambini, Gennaro commercia olio, il pane in tavola non manca. Un’annata però va male. Lucrezia e Gennaro tirano la cinghia, l’anno successivo il raccolto è distrutto, sono pieni di debiti. Gennaro non regge il colpo. Muore. Lucrezia non fa in tempo a dire addio al marito che i debitori arraffando ogni cosa. È disperata. Ha perso tutto, compreso l’amore della sua vita. Stringe al petto i tre bambini, ingoia orgoglio, lacrime e bussa alla porta di uno zio ricco. Fa la badante in cambio di un tetto. Dorme su una sedia con la testa appoggiata al tavolo, pronta a scattare appena lo zio chiama. È distrutta, ma ai figli non manca nulla. Passano gli anni. Lo zio muore, Lucrezia eredita la casa, ma non si ferma. Compra un telaio, realizza calze per tutto il paese. Lavora giorno e notte per garantire un futuro ai suoi bambini. Rifiuta qualunque pretendente, veste solo abiti neri, cresce i figli con sani principi. Li vede diventare adulti con la testa sulle spalle, onesti lavoratori. Le fatiche di una vita sono ripagate. Ha 80 anni. Lucrezia fa la nonna a tempo pieno. Stringe tra le braccia la nipote Anna, le racconta del passato. Piccola mia, non temere il dolore, affronta la fatica, sii devota alla famiglia, ringrazia per i momenti belli e per quelli brutti, la vita è un’avventura straordinaria. È il 1988. Lucrezia ha 84 anni, è stanca, si mette a letto, le sembra di sentire un fischio dalla strada. Chiude gli occhi. Anna ricorda ancora il sorriso soddisfatto di quella donna indistruttibile, sua nonna.
Lei è Lucrezia
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