Lei è Lina. Vive a Volla, in provincia di Napoli. È il 2015. Lina e il suo compagno ricevono la notizia più bella, diventeranno genitori. È un bel maschietto. Lina è al settimo cielo, la gravidanza è perfetta. Passano nove mesi. Lina inizia il travaglio, va in ospedale. Per accelerare il parto, il medico decide di rompere le acque, che risultano di un colore verde. Lina e il figlio stanno bene, ma il medico decide di fare un cesareo per prevenire ogni problema. Lina chiude gli occhi con il sorriso stampato sulle labbra, quando li riapre tende l’orecchio, vuole sentire quel pianto che è il più dolce del mondo. Niente. Il silenzio è assordante. Lina si agita. Dov’è Angelo, mio figlio, perché non lo sento? I medici non riescono a guardarla in faccia. Signora, ci dispiace, il bambino è nato morto. Lina si sente male. Urla, tende le braccia. Tesoro mio, dove sei? La tua mamma è qui, ti aspetta. Vuole vederlo, ma i medici l’hanno già portato via. Lina esce dalla sala operatoria, non vede, non sente, ripete solo poche parole. Come è potuto succedere? I medici pensano a un’infezione, qualcuno parla di trombosi, ma non hanno risposte. Passa un giorno. Lina può finalmente vedere suo figlio. Angelo è bello, perfetto, sembra stia dormendo. Non riesce a toccarlo, lo accarezza con lo sguardo. Dall’autopsia non arrivano risposte. Lina sopravvive. È il 2016. La voglia di vita e l’amore prevalgono. Lina è incinta di un altro maschietto. La paura la attanaglia, non permette a nessuno di toccarle la pancia. Le analisi sono perfette, ma al sesto mese qualcosa non va. Lina entra in travaglio. Corre in ospedale. Il bambino sta nascendo. Lina conficca le unghie nel letto, prega la Madonna, invoca il figlio volato in cielo. Aiutateci. Dopo dodici ore, Angelo Maria viene al mondo. Lina tende l’orecchio. Niente. Ancora una volta deve fare i conti con quel maledetto silenzio. Non è possibile, non è giusto. Il bambino è in terapia intensiva. Lina aspetta, prega, vive alla giornata. Passano tre mesi, Angelo Maria è fuori pericolo. Lina lo tocca, lo annusa, lo bacia. È vivo. È suo figlio. Lo prende in braccio e lo porta a casa.
Lei è Lina
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