Lei è Lily

Lei è Lily. Nasce in Ungheria nel 1930. Cresce con la madre, tre sorelle e un fratello. Sono ebrei. Lily è una bambina tranquilla, va a scuola, ha tanti amici. È il marzo del 1944. Hitler invade l’Ungheria. Lily ha 14 anni. Lei e la sua famiglia sono in pericolo. Provano a scappare. I nazisti bussano alla porta. Pianti, urla, grida, i soldati li prendono e li sbattono su un treno. Lily è terrorizzata, ha freddo, fame. Il viaggio è infinito. Il treno si ferma, sono arrivati. Auschwitz. Lily si attacca alla gonna della mamma, i soldati la strappano a forza, lei piange, si dispera. La sua mamma le dice di stare tranquilla. La saluta. Entra nella camera a gas, con i fratellini. Lily è sola. Il suo viaggio non è finito, la caricano su un altro treno e la portano in una fabbrica di munizioni. Lily è giovane e forte, non alza la testa, lavora tutto il giorno. La sera crolla sulla branda. Prima di addormentarsi pensa a quando sarà libera. È l’unica cosa che la fa andare avanti. È la primavera del 1945. I soldati tedeschi scappano. Si vedono altre divise, altre facce. Sconvolte. Gentili. Parlano inglese. Gli americani li stanno liberando. Uno di loro si occupa di Lily. Si chiama Hayman Schulman. Si capiscono poco, ma quando si separano lui le regala una banconota. Sopra ci scrive un messaggio. Ti auguro una nuova vita, buona fortuna e felicità. Lily non se ne separa mai. La vita continua. È il luglio del 2020. Lily Elbert ha 91 anni. Vive in Inghilterra. Uno dei nipoti va a trovarla. Lily gli racconta la sua storia, e gli mostra la banconota. Nonna, hai mai rivisto quel soldato? Lei scuote la testa, non saprebbe come rintracciarlo. Il nipote mette la foto su Twitter. Riceve migliaia di condivisioni. Il soldato Hayman non c’è più, è scomparso da sette anni, ma la sua famiglia non vede l’ora di conoscerla. Lily Elbert è felice. Finalmente potrà ringraziare qualcuno per quel gesto che l’ha riportata alla vita.