Lei è Kuttiyamma. Vive nel Kerala, in India. Abita in una casa fatta di paglia e di fango, condivide due stanze con genitori e undici fratelli. Mamma e papà lavorano nei campi, Kuttiyamma cucina, lava e bada ai più piccoli. Nel pomeriggio i fratelli maggiori tornano da scuola e tracciano con il dito degli strani segni sulla terra. Lo chiamano alfabeto. Kuttiyamma è incantata. Insegnatelo anche a me! I genitori scuotono la testa. L’istruzione non è per le femmine. Kuttiyamma ingoia il rospo. Cresce, ha 16 anni. Conosce un ragazzo, si chiama Konthi e ha un piccolo negozio di medicinali. Kuttiyamma lo sposa, mette al mondo cinque figli, vive di cucina e lavori domestici. Gli anni passano. I suoi ragazzi lasciano il nido, la casa si riempie di nipoti. Kuttiyamma li osserva mentre fanno i compiti. Nonnina come si scrive questo? Mi leggi questa storia? Kuttiyamma si fa piccina, inventa scuse per allontanarsi. Si vergogna da morire. Quando nessuno la vede, prende i libri, e accarezza con le dita quei segni misteriosi. È il 2020, Kuttiyamma ha 103 anni. Una vicina bussa alla porta, la trova china sui quaderni, intenta ad annusare e toccare le pagine. Kuttiyamma arrossisce. Perdonatemi, non so scrivere neanche il mio nome, ma sono molto curiosa. La vicina sorride. Signora, non c’è da scusarsi, se vuole posso aiutarla, sono un’insegnante. Kuttiyamma si illumina. La sera si fa trovare con quaderni, matite temperate, e un sorriso infinito. Si esercita per ore con l’alfabeto. Alla luce dell’alba sul foglio brillano le lettere del suo nome. Kuttiyamma piange di gioia. Mese dopo mese, compone le prime frasi, scrive i numeri, studia, si diverte, a fine anno passa l’esame di alfabetizzazione con ottimi voti. Kuttiyamma chiama a raccolta i nipoti, si schiarisce la voce piena di orgoglio. Bambini, ora la nonna vi legge una bella storia. Oggi Kuttiyamma ha 104 anni, lava, cucina, studia inglese, punta al diploma. La vista è calata, l’udito fa le bizze, ma in quanto a volontà non la batte nessuno.
Lei è Kuttiyamma
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