Lei è Israa. Ha 21 anni. Vive a Beit Sahour, vicino a Betlemme, in Palestina. È un’estetista brava e apprezzata. Un ragazzo la corteggia. Israa vuole conoscerlo. Parla con la madre, ha il suo consenso. Informa la sorella del ragazzo, anche lei è d’accordo. Perfetto. Fissano un incontro, in un luogo pubblico. È il 31 agosto del 2019. Israa si trucca, indossa il velo e va all’appuntamento. Lei e il ragazzo si divertono, Israa vuole condividere quel momento con gli amici, pubblica un video su Instagram. Un cugino lo vede. Lo mostra al padre e ai fratelli di Israa. Quel video è uno scandalo. Israa si è fatta vedere in compagnia di un uomo, fuori dai legami del matrimonio. Ha disonorato se stessa e tutta la sua famiglia. È una vergogna. Israa torna a casa, ripensa al pomeriggio appena trascorso, sorride. Apre la porta. La stavano aspettando. Ci sono i fratelli, e il cognato, un famoso sceicco. La bloccano. Israa chiede spiegazioni. Si becca un pugno. Poi un altro. La picchiano. La torturano. Fai schifo, sei una una puttana. Israa urla. Piange. Li supplica. Non ce la fa più. Punta la finestra, corre, si lancia dal secondo piano. La portano in ospedale, ha la colonna vertebrale rotta. Il padre, i fratelli e il cognato sono accanto a lei. Israa è immobilizzata. Ma cosciente. Urla. Il personale dell’ospedale accorre. I familiari dicono che la ragazza è posseduta dal demonio, loro stanno solo cercando di aiutarla. Si chiudono nella stanza con lei. Riprendono il pestaggio. Le grida di Israa sono strazianti. Un’infermiera registra un video. Nessuno interviene. Nessuno la opera. Anzi, la rimandano a casa. E sono ancora botte. Le procurano un trauma cranico. Israa Gharib entra in coma. Muore. La notizia si diffonde. Donne e uomini palestinesi scendono in piazza, chiedono che il governo intervenga. La famiglia di Israa si difende, la figlia soffriva di disturbi mentali, per questo si è buttata. La sua morte non sarebbe un delitto d’onore. Le indagini li smentiscono, Israa è morta per il pestaggio. Tre dei suoi parenti vengono arrestati per omicidio.
Lei è Israa
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