Lei è Isabel. Vive in Piemonte, vicino a Domodossola. Ha 27 anni, è una maestra d’asilo. Ama il suo lavoro, ma da qualche tempo si sveglia con l’ansia e la terribile sensazione di essere in trappola. In quei frangenti tutto si fa nero. Isabel spalanca la finestra, respira, chiude gli occhi, li riapre, osserva l’orizzonte sconfinato e ritrova l’equilibrio. C’è qualcosa, là fuori, che la chiama a gran voce. È il settembre del 2021. Isabel riempie lo zaino, chiama il suo cagnolone Alan, si chiude la porta di casa alle spalle e si incammina sulla via Francigena alla volta di Roma. Non è allenata, non ha certezze e non sa nemmeno fin dove arriverà. Intanto è partita e si vedrà. Isabel trascorre la prima notte all’aria aperta abbracciata ad Alan. Nei giorni successivi condivide il cammino con altri viaggiatori, poi prosegue da sola. Quando ha sete trova una fontana, quando ha caldo un albero le offre riparo. È incredibile. Ogni volta che ha una necessità, trova quello di cui ha bisogno. In modo naturale, senza forzature. Come un passaggio inaspettato in una notte di pioggia, o un pasto caldo in un momento di sconforto. Isabel trascorre ore seduta a terra. Guarda le persone, si gusta il sole sulla pelle, i tramonti sulle spiagge della Toscana. In quegli istanti la sua mente si sgombra, e il cuore si connette con qualcosa di più grande. È tutto un sentire, un fluire di sensazioni sconosciute che esplodono davanti alle foglie che danzano in cielo, al canto di un uccello, a una folata di vento che le scompiglia i capelli. Attimi perfetti in cui Isabel si sente parte di tutto ciò che la circonda. Ed è semplicemente bellissimo. Passano tre mesi. Isabel arriva a Roma. Il viaggio è concluso. Sente che non è una fine, ma un nuovo inizio. Oggi Isabel è tornata alla sua vita in Piemonte, e prova a mantenere lo spirito del viaggio. Non è facile. Ma quando l’ansia bussa alla sua porta, si siede davanti a un tramonto, ascolta, osserva, vive. E non ha bisogno d’altro.
Lei è isabel
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