Lei è Giusy. È una bambina allegra, trascorre le vacanze nella terra di origine dei suoi genitori, in Calabria, in un piccolo paesino situato in collina. Giusy è felice. Può uscire e tornare tardi la sera, fare festa in spiaggia. Tutto quello che non le viene concesso a Milano. Fausto è suo cugino. È un ragazzo vivace, gran lavoratore, due mani grandi, un sorriso e una parola per tutti. Sono in sintonia, parlano dei primi amori e dei sogni per il futuro. È il 1985. La sorella di Fausto sta per sposarsi con un ragazzo francese. Fervono i preparativi. Giusy ha 15 anni. Si sveglia di soprassalto. Mamma, ho fatto un incubo, ho sognato il matrimonio, e tutti piangevano. La donna la abbraccia. Stai tranquilla amore mio, siamo tutti euforici, è normale aver paura, sarà un giorno perfetto. Fausto è in vespa, sta distribuendo le ultime partecipazioni, poi passerà a cambiare le lampadine dai lampioni. È il suo secondo lavoro. Giusy lo sta aspettando seduta sui gradini davanti alla porta di casa, la cugina sta ballando con il futuro marito francese, la zia sta facendo il caffè. Passa un conoscente. Fausto si è bruciato, lo stanno portando in ospedale. Cosa? D’improvviso è notte fonda. Fausto è morto. Fulminato. È salito sulla scala, ha smontato un pezzo, gli è scivolato un cacciavite. È stato un attimo, così hanno detto. Il mondo si capovolge. Fausto torna a casa dentro una bara, la sorella si sposa a pochi giorni dal funerale, nella stessa chiesa, triste, con la mamma vestita di nero, tra gli invitati in lacrime. La vita di Giusy cambia per sempre. È stato il suo primo dolore, se lo è portato dietro per tutti questi anni. Si è sposata, ha due figli che conoscono a memoria la storia dello zio. Fausto è rimasto giovane, Giusy non lo immagina grande, lo vede sempre ventenne. Il marmo bianco della sua tomba si è ingiallito. Di recente il padre lo ha raggiunto. Ora sono insieme. La zia è rimasta sola, gli altri figli vivono in giro per l’Italia. Uno abita al paese, in una casa dove si vede il palo maledetto. La vita passa tutti i giorni sotto quel lampione.
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