Lei è Giovanna. Vive a Modica, in Sicilia. Ha due fratelli più piccoli, il padre fa il muratore, la madre si occupa della casa. È il 2000. Giovanna ha 17 anni. I genitori le devono dire una cosa. Papà ha la Sclerosi, la Sla. Lei sgrana gli occhi. E che cos’è? Una brutta malattia, tesoro. Giovanna lo impara presto. Da un giorno all’altro, il padre Orazio, un uomo grande e grosso, si ritrova in carrozzina, fatica a parlare, è irriconoscibile. Giovanna rinuncia a uscite, feste e vacanze. Anche l’università va in fumo, in casa c’è bisogno di lei. Non è colpa di nessuno, ma Giovanna è incazzata nera, quella dannata malattia le sta rovinando la vita. Passa qualche tempo. È notte. Si sveglia di soprassalto, la madre sta urlando. Aiuto, papà non respira! Corrono in ospedale, Orazio va in arresto cardiaco, finisce in coma farmacologico, Giovanna trema. E adesso? I medici alzano le spalle e indicano la statua della madonna. Giovanna veglia il papà tutta la notte, fino a quando non riapre gli occhi. È fuori pericolo, ma non riesce a respirare. Serve una tracheotomia. Gli chiedono il consenso. L’uomo abbassa le palpebre. Sì. Giovanna lo guarda, le piange il cuore, ingoia le lacrime. Suo padre ha capito che razza di vita di inferno lo aspetta, eppure ha scelto di viverla. Giovanna si sente morire, si vede piccola piccola, si guarda dentro, deve reagire, deve essere all’altezza. Infila le mani dentro la sua rabbia, la acchiappa, la forgia, la trasforma in forza. Sotto a chi tocca. Suo padre ha bisogno di assistenza a domicilio, ma la burocrazia ha altro a cui pensare. Giovanna gira per uffici, bussa, chiede, insiste, batte i pugni sul tavolo. Non basta. Entra a far parte di un’associazione, lotta per i diritti dei malati e delle loro famiglie. Il tempo scorre. Sono passati vent’anni. Orazio ha ripagato l’amore e la dedizione della figlia accompagnandola all’altare, contro tutte le previsioni. E oggi si diverte a giocare con il suo nipotino, che lo chiama nonno coraggio. Tubi, carrozzina, occhi che parlano, Orazio è un vero supereroe.
Lei è Giovanna
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