Lei è Giorgia. Vive a Roma. È una politica, leader di un importante partito di opposizione. Ama l’ordine, affronta gli scontri a muso duro, non mostra mai il fianco. Non se lo può permettere. È una donna solida, eppure a volte sente il peso delle responsabilità. Non è facile ammetterlo, ma vorrebbe tanto mollare i freni, mostrare le sue debolezze, le sue fragilità. È il 2014. Giorgia raggiunge gli studi televisivi. Deve intervenire in una trasmissione, ma non ha cenato, e ha una fame da lupi. Qualcuno tira fuori una banana, Giorgia la divora. Intanto finisce la pubblicità. Pronti ad andare in onda? Giorgia non fa in tempo a dire beh, un uomo si avventa su di lei, e le strappa via lo spuntino. Chiedo scusa, capirà, non posso mandarla in diretta con una banana tra le mani. Giorgia non spiccica parola, lo fissa negli occhi, è ipnotizzata. A fine programma l’uomo chiede scusa di nuovo. Si chiama Andrea, è un giornalista, autore della trasmissione. Giorgia non riesce a smettere di sorridere. Si rivedono a cena. Giorgia è stretta in un abitino nero, Andrea si rivela un tipo divertente, spontaneo. Parlano tutta la sera. Giorgia è subito a suo agio. Non ha idea di cosa stia accadendo, e non vuole saperlo. Molla i freni, stacca le mani dal volante, chiude gli occhi, si lascia andare. È un amore forte, travolgente. Dopo qualche anno vanno a vivere insieme, nasce una bambina. Giorgia tocca il cielo con un dito, ma guai a mostrarlo in pubblico. Teme di mettere Andrea in difficoltà. Una sera accende la televisione. Andrea conduce il telegiornale. Commenta alcune notizie che la riguardano, d’un tratto si schiarisce la voce. Per chi non lo sapesse, io sono il compagno di Giorgia Meloni, non ho paura a dirlo, vado molto fiero della professionista, della madre e della donna. Giorgia non crede alle sue orecchie. Piange, ride. Non vede l’ora di abbracciarlo. In quel momento lo sente, lo vive. Amare significa fare squadra, avere il coraggio di rischiare.
Lei è Giorgia
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