Lei è Giorgia. Nasce nel 1961 a Fabbrico, in Emilia Romagna. I genitori sono appena maggiorenni, impreparati all’arrivo di un figlio. Giorgia è una bambina, la madre glielo dice chiaro e tondo. Mi hai rovinato la vita. Il padre lavora, tiene il grosso dello stipendio per sé e lascia le briciole alla famiglia. Giorgia ha 6 anni. La madre si tormenta. Il portafogli è vuoto, come arriveremo a fine mese? Giorgia freme dalla rabbia. Prende il triciclo, pedala fino al paese vicino, chiede alla nonna qualche monetina, compra pane e latte. Torna a casa, la mamma si piange addosso, Giorgia cambia il pannolino ai fratellini nati dopo di lei. Non ci sono soldi per comprare vestiti a tutti e tre, Giorgia va a scuola con i sandali, anche d’inverno. Ha 12 anni. Lavora nei campi, raccoglie pomodori e cipolle. La notte sgobba sui libri, le mani sono piene di vesciche, ma ingoia le lacrime e stringe la penna. I genitori litigano in continuazione, finché la madre prende i figli e scappano via di casa. Vivono in una stanza, senza bagno, né riscaldamento. Giorgia è furiosa. Adesso come facciamo a tirare avanti? La madre piagnucola, Giorgia si rimbocca le maniche. Ha 18 anni. Conosce un ragazzo, è quello giusto, si sposa senza il becco di un quattrino e inizia la sua vita di coppia. Giura a se stessa che non patirà mai più la fame. Fa la barista, l’operaia, qualsiasi cosa purché sia un lavoro. Parte dello stipendio continua a darlo ai fratelli, fino a quando non sono in grado di badare a loro stessi. Ha 27 anni, diventa mamma di Alessio, stringe al petto il suo bambino e corre a comprargli delle scarpe nuove di zecca. È il 1999. Giorgia fa l’operaia in un’azienda che rischia il fallimento. Si assume il rischio e la rileva, in pochi anni risana il bilancio e la rende un’eccellenza nel settore. Oggi Giorgia ha 60 anni, dirige la stessa azienda insieme con il figlio, dà lavoro a ventidue famiglie, tiene per sé lo stretto necessario, con tutto il resto aiuta chi si trova in una situazione di difficoltà. Perché non patisca la miseria e le umiliazioni.
Lei è Giorgia
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