Lei è Francesca. Nasce in provincia di Modena nel 1977. È una bambina allegra, creativa. Vuole inventare un nuovo gioco, sogna di diventare pilota di aerei. I genitori e il fratello la stroncano. Smettila, non sarai mai in grado. Credi che alla gente interessino le tue idee? Francesca cresce. Qualunque cosa faccia, non è mai abbastanza brava, bella, elegante. Ha 28 anni. Un lavoro, un figlio, un marito, ma si sente oppressa. Non regge. Si separa, molla tutto, prende il suo bambino e parte. Affitta un appartamento a chilometri di distanza, trova un impiego e prova a ricostruirsi una vita. È il maggio del 2012. Francesca viene licenziata, così, da un giorno all’altro. È disperata. Nessuno la assume, i soldi sono pochi, non bastano neanche per comprare un gelato a suo figlio. Ancora una volta non è stata abbastanza. Passa qualche tempo. Francesca conosce Emanuele. Lui è creativo, ottimista, ma lei lo tiene a distanza, ha paura che possa giudicarla. Abitano lontano, si vedono solo il fine settimana. Lui ha la passione per la fotografia, un giorno le mette in mano una macchina fotografica. Tieni, iscriviti a un corso e proponiti come aiutante di qualche professionista. Francesca non ha nessuna competenza, ma neanche nulla da perdere. Frequenta un corso, si fa le ossa come assistente. È il 2015. Francesca si imbatte in una fotografia scattata a Chernobyl. La colpisce, vuole saperne di più. Contatta l’autore, scopre che si organizzano viaggi guidati nei luoghi del disastro nucleare. Il cuore le batte forte, la testa è già in moto. Francesca ha una delle sue idee, non sa nulla del posto, ma chissenefrega, questa volta nessuno la fermerà. Trascorre 5 giorni a Chernobyl, realizza un reportage e lo vende a un’agenzia. Quel colpo di testa diventa un lavoro. Francesca torna più volte in Ucraina, raccoglie storie, fotografa, tiene mostre e discorsi nelle scuole. Oggi è considerata un’esperta in materia. Francesca si è presa la sua rivincita, alla faccia di chi le diceva che non era abbastanza.
Lei è Francesca
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