Lei è Fadila. Nasce in Jugoslavia negli anni Cinquanta. Fadila ha quattro fratelli, i genitori sono poveri, le inculcano il valore e l’importanza dello studio. Fadila ama i libri, legge tanto. Il padre è comunista, la madre è musulmana, va in moschea di nascosto dal marito. Fadila alza le spalle, per lei tutte le persone sono uguali, la sua amica del cuore si chiama Elena, ed è cattolica. Passano gli anni. Fadila incontra un ragazzo, Hamed. È amore a prima vista, si sposano e nascono due figli. Vivono a Srebrenica, una città tranquilla, Fadila è felice. È il 1992. Scoppia la guerra nei Balcani. Tutti scappano, Fadila decide di restare, la madre è malata, deve prendersi cura di lei. La situazione precipita. Cominciano i bombardamenti, le strade si svuotano, le truppe dell’esercito serbo stringono il cerchio. È il 1995. La madre di Fadila muore. È troppo tardi per andare via, Srebrenica è circondata. Gli aerei della Nato sorvolano la città senza intervenire. Fadila e il marito si dividono, così avranno più possibilità di salvarsi. Lui e il figlio fuggono attraverso i boschi, lei e la figlia si rifugiano in una base Onu. Non hanno acqua, né cibo. Fadila si guarda intorno. Donne, vecchi e bambini sono ammassati per terra, una ragazza ha partorito, un’altra si è impiccata per la paura. Vita e morte si intrecciano. Passano due giorni. Arrivano dei soldati, Fadila e la figlia vengono messe su un camion. Lei è sicura che moriranno. Le portano in un luogo sicuro, le liberano. Adesso sono profughe. Fadila cerca il marito e il figlio. Le rispondono che è pazza, è impossibile che siano sopravvissuti. Lei continua a sperare. È il 1998. Vengono alla luce delle fosse comuni. Fadila riceve una chiamata, hanno trovato il corpo del marito, del suo bambino restano solo le gambe. Fadila non ha più lacrime. Lei e la figlia fanno un patto. Si lasceranno quell’orrore alle spalle e andranno avanti. Fadila Efendić lavora sodo per pagare gli studi della figlia. Lei è la sua speranza, la sua rivalsa, la sua unica ragione di vita.
Lei è Fadila

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