“Una cosina fragile come questa donna, da dove avrà preso la forza per toccare il cuore della gente?”
Lei è Eva María Ibarguren. Evita nasce a Los Toldos, un villaggio in provincia di Buenos Aires, il 7 maggio del 1919. È figlia illegittima di un piccolo proprietario terriero, la madre è cuoca. Evita è una bambina dal carattere dolce, ma forte. In paese la prendono in giro, lei si vergogna ma non si nasconde. A scuola scopre la passione per il teatro. A 16 anni lascia il paesino, si trasferisce a Buenos Aires. Sogna di diventare attrice. Lavora in teatro, qualche volta in televisione, in radio. Fa tanti sacrifici, riesce a mantenersi, compra un appartamento in uno dei quartieri più belli di Buenos Aires.
È il 1944. Evita incontra Juan Perón. Lui è il Ministro del lavoro e della Guerra, nonché vicepresidente dell’Argentina. L’uomo rimane folgorato davanti a quella figura tanto piccola e sottile, quanto determinata e coraggiosa. La vuole al suo fianco, nelle sue battaglie politiche. La sposa. Evita si trasforma come una farfalla e rivela una forza capace di scardinare ogni cosa. “La bellezza le cresceva da dentro, la donnina sgraziata era diventata una dea”. Evita si batte contro la povertà, per il riconoscimento dell’uguaglianza tra uomini e donne, per gli anziani, i deboli, gli oppressi: il popolo argentino la ama.
È il 1950. Evita sviene in pubblico. Ha un cancro all’utero. È grave, non può alzarsi dal letto. Nel 1951, dal letto dell’ospedale, vota per le elezioni. Il marito viene eletto per la seconda volta. “Ho solo un’ambizione personale: che il giorno in cui si scriverà il capitolo meraviglioso della storia di Perón, di me si dica questo: c’era, al fianco di Perón, una donna che si era dedicata a trasmettergli le speranze del popolo. Di questa donna si sa soltanto che il popolo la chiamava con amore: Evita”. Muore il 26 luglio 1952, a 33 anni.
Lei è Eva María Ibarguren
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