Lei è Erika. Vive a Catanzaro, in Calabria. Ha 4 anni, è all’asilo, sta giocando con i compagni. Tra urla e schiamazzi sente una parola nuova, insolita. Stanislao, vieni qui! Erika è curiosa, si volta, vuole capire chi l’ha pronunciata, e che significa. Eccomi! È un bambino, Erika resta di sasso. Quella parola è un nome? Erika e Stanislao frequentano classi diverse, si conoscono di vista, ma da quel momento lei lo saluta tutte le volte che lo incontra, solo per il gusto di pronunciare il suo nome. Stanislao! Le piace da matti come suona tra le labbra. Finito l’asilo, la famiglia di Stanislao si trasferisce in un altro quartiere, Erika non lo vede più, ma quel nome continua a ronzarle in testa. Passa il tempo. Erika cresce, ha 20 anni, è sdraiata sul divano, davanti alla televisione. Il fratello le corre incontro. Indovina chi ho incontrato in palestra, ti ricordi di Stanislao? Appena sente quella parola, il cuore di Erika prende a battere all’impazzata. Corre subito a iscriversi in palestra. Tende l’orecchio, aspetta, prima o poi qualcuno lo chiamerà, pronuncerà quella parolina magica. I giorni scorrono, ma di Stanislao non c’è traccia. Passano sette anni. È il 2007. Erika si piazza davanti al computer, apre la sua pagina social, qualcuno le ha scritto un messaggio. Legge il mittente. Non riesce a credere ai suoi occhi, un tuffo al cuore. Stanislao! Le chiede come sta, se si ricorda di lui. Erika sorride, scuote la testa, non riesce più a trattenersi, è più forte di lei. Senti, scusami, ma te lo devo chiedere. Perché ti chiami così? Il loro rapporto inizia con una meravigliosa e avvolgente risata. Erika e Stanislao si prendono per mano e non si lasciano più. Oggi sono sposati, hanno un figlio, abitano in una casa ricavata dalla vecchia palestra che entrambi frequentavano. Per più di vent’anni hanno bazzicato gli stessi locali, le stesse discoteche, la stessa spiaggia, senza mai incrociarsi. Quando ci ripensa, Erika si mette a ridere. Se non fosse stato per quel nome…
Lei è Erika
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