Lei è Erica. Lei nasce a Fresno, in California. La sua casa ha due stanze. Lì dentro ci vivono due famiglie. Ci dormono undici persone. Erica è una bambina. Lavora. Raccoglie la frutta nei campi. Lo fa dopo la scuola. Lo fa dalla mattina alla sera, anche durante le vacanze. Le sue mani toccano fragole, ribes, lamponi e pomodori. Più frutta raccoglie, più soldi ci sono per mangiare. I giorni passano, tutti uguali. Erica ha 15 anni. È incinta. Lui è di dieci anni più grande. Lei ne ha abbastanza di sudore, miseria e fame. Scappa con lui. Fugge via di casa. Ma la luna di miele dura poco. Lui fa i suoi comodi, la riempie di botte, poi la mette alla porta, con il bambino in braccio. Erica è distrutta, non ha dove andare, torna dalla mamma e dal papà. Loro la accolgono a braccia aperte. Le stanze della casa sono sempre due. Ora ci dormono in dodici. Erica riprende a raccogliere la frutta, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto. Il bambino non la fa dormire la notte. Erica è infelice, stanca, si trascina. La madre la prende da parte. C’è solo un modo per salvarsi da quella vita. Studia figlia mia, e uscirai da questo inferno. Erica ha 17 anni. Ha un bambino da mantenere, ma non si tira indietro. Si iscrive a scuola serale. Sputa sangue, ma ce la fa. Si diploma e strappa una borsa di studio all’università della California. È determinata, tira dritto come un treno. È il 2012. Il suo bambino viene colpito da una paralisi cerebrale. Erica deve pensare a lui, i voti all’università calano, i soldi scarseggiano. Erica piange, è sul punto di mollare. Ma resiste, e arriva in piedi al traguardo. È il 2019. Erica ha 29 anni. I suoi genitori Teresa e Claudio, sono arrivati dal Messico nel 1990, hanno 50 anni, le mani callose. Sono analfabeti. Non parlano bene l’americano. Il 19 maggio hanno abbracciato la loro ragazza e si sono messi in posa per una foto ricordo. In piedi, in mezzo ai campi di fragole. Erica indossa la toga, è diventata psicologa. È il giorno più bello della sua vita. Dedica quel traguardo a mamma e papà. Grazie per tutti i vostri sacrifici.
Lei è Erica
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