Lei è Emma. Nasce a Lissone, Monza, nel 2001. È una bambina sensibile ma tosta, grintosa. Emma ha 7 anni. Sta salendo le scale, scivola, sbatte la spalla. La portano in ospedale. Niente di grave per fortuna, le mettono un tutore e la rimandano a casa. Passano i mesi. Il dolore al braccio non passa. Emma torna a fare un controllo. Tumore osseo. La madre stenta a crederci, le mani tra i capelli, piange. Emma la guarda. Mamma, ma io morirò? È un pugno nello stomaco. Ce la faremo piccola mia. Cominciano le cure. Operazioni, chemio, complicazioni. È dura, ma Emma non perde il sorriso, incoraggia tutti, sempre. È il 2010. Hanno fatto il possibile, ma devono amputarle il braccio destro. La madre trema. Pazienza mamma, almeno non mi farà più male. Emma affronta l’operazione, si riprende, anzi migliora. I compagni di scuola la aiutano in tutto e per tutto. Ogni mattina un maschietto la aspetta all’ingresso e le porta la cartella su per le scale. Emma è felice, si sente una principessa. È il 2011. Il tumore ritorna più forte di prima. Emma gli fa una pernacchia, è più agguerrita che mai. Compie 10 anni, fa una grande festa in limousine, si iscrive a una scuola di teatro, va a Gardaland. Ride, sempre. È affamata di vita. È luglio. Emma è in vacanza in Toscana. Lì, tra campi, sole e giri in moto, rinasce. I genitori la guardano, sta tornando la loro bambina spensierata. È settembre. Emma torna sui banchi di scuola, ma è stanca, le manca il fiato. La ricoverano. Bombola d’ossigeno. Emma prende dei fogli, scrive, disegna. Angeli, fiori, per i compagni, i nonni, ha un pensiero per tutti. In alto ci mette il suo nome e l’anno, con tanti puntini. Spiega alla mamma che vogliono dire per sempre. Perché io sarò sempre qui. È il 22 dicembre del 2011. Emma si spegne lentamente. Mamma, papà e la sorellina Giulia sono con lei. La guardano e sorridono, Emma voleva così. Diceva che una persona che sorride è più bella. La madre torna a casa, trova una lettera. È la scrittura di Emma. Grazie mamma, senza di te non ce l’avrei mai fatta.
Lei è Emma
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